Un’indagine della Procura di Trani ha fatto luce su un episodio di assenteismo plurimensile all’interno dell’ospedale “Mons. Dimiccoli” di Bisceglie: un medico anestesista, insofferente ai turni pomeridiani e notturni, timbrava regolarmente il badge all’inizio del servizio, ma abbandonava immediatamente la struttura per rientrarvi soltanto al termine del proprio orario, o in caso di chiamata urgente in sala operatoria.
L’allarme lanciato dai colleghi
Tutto ha avuto inizio nel novembre 2024, quando alcuni operatori sanitari hanno segnalato al direttore di presidio la ripetuta assenza “inspiegabile” dell’anestesista durante i turni assegnati. Secondo le loro segnalazioni, il professionista partecipava formalmente alla consegna, prendeva visione dei casi in programma, quindi spariva per ore, lasciando il reparto sguarnito. Su impulso della Procura di Trani, sono scattate le prime verifiche: negli uffici dell’ospedale si è constatato che, nonostante le timbrature puntuali, le cartelle cliniche a lui assegnate non riportavano alcuna annotazione di presenza, e in reparto nessuno lo ricordava presente se non per pochi minuti.
Appostamenti, pedinamenti e conferma dei sospetti
Per acquisire prove incontrovertibili, la Polizia di Stato ha organizzato settimane di appostamenti all’esterno dell’ospedale e pedinamenti discreti dell’anestesista. È emerso che, dopo aver timbrato in entrata spesso in orari considerati “scomodi” il medico saliva in auto o in sella alla motocicletta privata e faceva ritorno alla propria abitazione, distante pochi chilometri, per trascorrere il turno in scioltezza. Solo al termine dell’orario ufficiale rientrava nel nosocomio, dove timbrava di nuovo per registrare ore di servizio mai effettivamente prestate. In qualche occasione, però, veniva richiamato dai colleghi per interventi urgenti, ai quali rispondeva prontamente, occultando così l’entità delle sue lunghe assenze.
L’arresto in flagranza e le misure cautelari
Lo stratagemma è stato definitivamente smascherato quando, all’ennesima verifica, gli agenti hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare in flagranza: l’anestesista aveva appena eseguito la timbratura mattutina e stava nuovamente lasciando la struttura. Il Gip del Tribunale di Trani ha applicato gli arresti domiciliari, con le accuse di truffa aggravata ai danni dello Stato e falsificazione di atti pubblici, ritenendo provata la condotta ingannevole e il conseguente ingiusto profitto economico derivante dalle retribuzioni percepite per turni mai svolti.
Ripercussioni interne e approfondimenti in corso
La notizia ha suscitato grande sconcerto tra il personale medico e infermieristico, già alle prese con carenze di organico e carichi di lavoro pesanti. Il direttore sanitario ha annunciato l’avvio di una verifica interna sui meccanismi di controllo delle presenze, per rafforzare i protocolli di timbratura e prevenire simili episodi. L’inchiesta, tuttavia, non è conclusa: gli inquirenti stanno valutando la possibile complicità o omessa vigilanza del personale amministrativo coinvolto nella gestione dei turni e delle timbrature. Inoltre, si procederà all’analisi dei registri cartacei e digitali, nonché delle videocamere di sorveglianza, per verificare se altri operatori abbiano adottato condotte analoghe.
Il fenomeno dei “furbetti del cartellino”
Il caso di Bisceglie non è isolato: in molte aziende e strutture pubbliche italiane, l’abitudine di timbrare e assentarsi è un fenomeno diffuso, che grava sui colleghi e contribuisce a sprechi di risorse. Gli investigatori auspicano che questa vicenda tragga insegnamento, spingendo a implementare sistemi di rilevazione più sicuri come il riconoscimento biometrico e a promuovere una cultura del rispetto del servizio pubblico. In attesa del processo, l’anestesista dovrà rispondere in giudizio delle accuse a suo carico, mentre il “Mons. Dimiccoli” di Bisceglie rafforza i controlli per tutelare l’efficienza e la professionalità del proprio organico.