Biella: ragazza uccisa dall’uomo che l’aveva violentata all’età di 14 anni

Debora, una ragazza di Biella, è stata uccisa da colui che ne aveva abusato all'età di 14 anni. Ecco il triste epilogo di questa storia, a dieci anni dalla violenza subita.

Biella: ragazza uccisa dall’uomo che l’aveva violentata all’età di 14 anni

Ecco l’epilogo finale di una storia iniziata nel lontano 1995, quando una ragazza di nome Debora venne violentata all’età di 14 anni da un uomo che in questi giorni ha deciso di ucciderla, a Cossato, in provincia di Biella.

L’aguzzino di Debora Rizzato, all’epoca, tutti lo conoscevano: era un certo Emilio Santangelo, conosciuto da tutti come un ragazzo a cui piaceva importunare le ragazze, e che aveva una strana ossessione per l’allora quattordicenne Debora. Nel corso degli anni, il ragazzo si era avvicinato a Debora, infastidendola e molestandola più di una volta, fino ad arrivare al giorno in cui l’aggredì e la violentò brutalmente.

Dopo la violenza, la famiglia decise di denunciare il ragazzo che non si diede per vinto, continuando a tormentare e minacciare di morte Debora, fino a quando venne condannato a 3 anni di reclusione, che scontò, ma dai quali emerse con l’unico pensiero di vendicarsi della ragazza che l’aveva denunciato. Una volta uscito dal carcere, molti in paese si erano accorti dello stato mentale in cui versava l’uomo: infatti, era diventato più violentato rispetto al passato, e così fu ricoverato all’ospedale San Maurizio Canavese, con la diagnosi di disturbo di personalità multipla. Fu curato, e poi rimandato a casa dalla madre.

Ma la sua ossessione per Debora peggiorò, tanto che quando la vedeva per strada le diceva che doveva stare con lui: la ragazzina, che nel frattempo era diventata una donna, lavorava per un’azienda tessile, ma viveva giorno per giorno con la paura che l’uomo le potesse far del male. Infatti, iniziarono le minacce, e le persecuzioni di ogni tipo verso la sua famiglia. Così, lei decise di andare dai carabinieri a denunciarlo, ma gli agenti le hanno risposto che non potevano fare niente.

Così, il 22 novembre 2005, Santagelo si nascose nel parcheggio dell’azienda tessile dove lavorava Debora e, una volta che ella uscì dallo stabilimento, l’aggredì con un coltello, colpendola tantissime volte, e lasciandola senza vita sull’asfalto. Tutti erano a conoscenza della sua ossessione per Debora, ma nessuno fece nulla per evitare questa tragedia.

Una volta arrestato, Santangelo venne condannato, ma si tolse la vita in carcere all’età di 33 anni, dopo solo un anno di carcere. Dopo la tragedia di Debora, nacque la legge che definisce lo stalking un reato, e che inasprisce le pene per il femminicidio: questa legge avrebbe salvato la vita a Debora, se fosse nata prima.

Continua a leggere su Fidelity News