Bergamo: ultras Atalanta assumevano droghe e poi violenze. 26 arresti

L'operazione, denominata 'Mai una gioia', ha portato all'arresto di vari capogruppo della tifoseria nerazzurra. Le indagini sono state avviate nel settembre del 2015 ed hanno portato alla luce un giro di spaccio ed assunzioni di droghe.

Bergamo: ultras Atalanta assumevano droghe e poi violenze. 26 arresti

Che il calcio sia stato rovinato da vari scandali di ogni genere, ormai è purtroppo un dato di fatto. Notizie come questa contribuiscono a far crescere l’indignazione verso quelle persone che dovrebbero sostenere questo sport e renderlo un momento di spettacolo e intrattenimento anche per le famiglie.

Invece, con atteggiamenti apertamente criminali, coloro che dovrebbero sostenere la propria squadra, sono quelli che rendono lo stadio un posto pericoloso e non frequentabile da tutti.

E’ successo a Bergamo, dove, grazie ad alcune indagini condotte dalla Squadra Mobile e dallo Sco (Servizio centrale operativo) della Polizia di Stato, si è giunti all’arresto di 26 persone, ultras e tifosi della squadra nerazzura, l’Atalanta. I reati contestati sono al momento traffico e spaccio di droga, estorsione, rapina e resistenza a pubblico ufficiale.

Da quanto emerso in queste ore, prima di assistere alla partita, il gruppo acquistava e subito dopo assumeva diversi tipi di droga, soprattutto cocaina nei pressi o, addirittura, dentro lo stadio, dopo di che si incappucciava per compiere azioni violente sconsiderate. Il gruppo di “tifosi” era formato da italiani, da un cittadino albanese e da uno serbo, in prevalenza ultras dell’Atalanta, che si dedicava allo spaccio di ingenti quantitativi di droga, anche tra i membri della tifoseria stessa. Tra gli indagati anche un 73enne ed un 63enne.

Nel gennaio 2016, nel centro di Bergamo, dopo la partita contro l’Inter, ci sono stati degli episodi di violenza che hanno portato a contestare agli indagati anche il reato di resistenza a pubblico ufficiale, ma i fatti erano già noti alle forze dell’ordine e il gruppo era già sotto sorveglianza per spaccio e assunzione di droga.

L’operazione è stata chiamata ‘Mai una gioia’, uno slang tipico degli arrestati che erano soliti usarlo nel loro linguaggio in codice. Veniva anche trascritto sugli striscioni mostrati durante le partite in curva nello stadio.

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