Bergamo: la procura dà ragione a Fontana, sulla zona rossa. E in Emilia e Campania?

La Pm di Bergamo dà ragione a Fontana, sull'istituzione della zona rossa nella bergamasca. Eppure, in Emilia e Campania, furono istituite dalle regioni. Ecco cosa è successo in quei giorni: le ordinanze, le attese e i silenzi.

Bergamo: la procura dà ragione a Fontana, sulla zona rossa. E in Emilia e Campania?

Mentre Attilio Fontana tira un sospiro di sollievo, in merito alle dichiarazioni del pubblico ministero di Bergamo, Maria Cristina Rota, che ha dichiarato ai microfoni di Rai 3: “…l’istituzione della zona rossa nella Bergamasca avrebbe dovuto essere una decisione governativa”. Ci sono giornalisti, come Marco Travaglio, che si domandano perché un magistrato “emetta” una sentenza in televisione, prima della conclusione delle indagini, e costituzionalisti che si interrogano sul perché un pm interpreti norme legislative. Proviamo ad approfondire la questione.

La regione Lombardia poteva istituire la zona rossa? Secondo la ricostruzione dell’iter normativo e costituzionale del sito Pagella Politica, sì lo poteva fare. Lo scorso 23 Febbraio il governo, approva il DL numero 6 e il Dcpm contenenti disposizioni attuative per i dieci comuni del Lodigiano (tra cui Codogno), e Vo’ in Veneto. Le misure di contenimento erano adottate tramite Dpcm, ma questa non era l’unica opzione. Queste norme prevedono la possibilità per i presidenti di regione e per i sindaci di emettere ordinanze in materia sanitaria.

Ma l’esercito e la polizia? “…io non so come hanno fatto (riferendosi alla zone rosse delle regioni Emilia-Romagna e Campania) – ha dichiarato ad Adnkronos l’assessore al Welfare della Lombardia, Gallera – “..Non rientra nelle nostre competenze disporre delle forze dell’ordine e delle forze armate“.

Dalla Prefettura di Bologna nessun problema. Cosa confermata dal capo di gabinetto della giunta emiliano-romagnola, Andrea Orlando, contattato sempre dal sito Pagella Politica. Orlando, che aveva sottoscritto l’ordinanza della zona rossa di Medicina nel Bolognese, spiega che le regioni non possono ovviamente ordinare alle prefetture l’utilizzo delle forze dell’ordine, ma in ogni unità di crisi regionale vi è un rappresentante delle stesse, quindi dello Stato, pertanto a conoscenza di ogni sviluppo.  In questo caso la Prefettura di Bologna ha dato disponibilità al presidio dei varchi di accesso.

E la Prefettura di Bergamo?  Ad oggi non ha risposto alla richiesta di chiarimenti da parte di Pagella Politica. Ricostruendo la situazione all’epoca dei fatti, lo scorso 17 marzo il presidente della Lombardia, Fontana, rispondendo alle richieste di istituire le zone rosse nella provincia di Bergamo, dichiarava che tali scelte devono essere fatta dai comitati scientifici.

Lo stesso giorno, Camillo Bertocchi, sindaco di Alzano, epicentro del Covid-19 insieme a Nembro – intervistato da Il Giorno – diceva di aver già intuito la gravità della situazione fin dal 23 Febbraio, emanando ordinanze restrittive e ricevendo in cambio un richiamo con tanto di circolare dalla prefettura di Bergamo, che vietava ai sindaci di prendere iniziative “in proprio”.

Continua a leggere su Fidelity News