Tutti noi nella nostra vita speriamo di avere un lavoro che soddisfi le nostre esigenze. Si tratta di qualcosa di fisologico e fortunatamente chi oggi ha un lavoro cerca di tenerselo quanto più stretto possibile. Trovare lavoro e sempre più difficile e quando lo si trova purtroppo come ben sappiamo si devono accettare quelle che sono le condizioni dettate dal datore di lavoro. Si può sempre recedere dal contratto se le condizioni non vanno bene ma si rischia di rimanere a bocca asciutta. Verissimo è il fatto che, almeno in Italia, da quello che emerge anche dalle indagini effettuate dai giornalisti indipendenti i lavoratori nostrani non se la passano assolutamente bene. Anzi, se la passano malissimo.
Sono sempre di più quei lavoratori che denunciano sfruttamento sul posto di lavoro, salari da fame e trattamento non adeguato sul posto di lavoro. Sono condizioni che secondo uno studio apparso sulla rivista The Vision starebbe portando sempre più lavoratori, anche chi lavora in smart working, a pensare di lasciare il proprio posto di lavoro entro l’anno se fosse possibile. E non si tratta di una cifra indifferente: stiamo infatti parlando del 40% dei lavoratori, provenienti dai settori più svariati.
Una cifra spaventosa che merita riflessione
Da quanto appreso da The Vision, che pubblica sui suoi canali un lungo articolo dedicato appunto alla questione, le cause per cui il 40% dei lavoratori vorrebbe lasciare il proprio posto di lavoro sono dettate dalle condizioni sempre più pressanti che ci sono nei più svariati posti di lavoro.
Anche lo smart working che avrebbe dovuto rappresentare una novità positiva introdotta con la pandemia si è rivelata essere una soluzione a doppio taglio, che sebbene abbia consentito ai lavoratori di risparmiare per quanto riguarda le spese sul trasporto dall’altra parte secondo molti lavoratori intervistati ha portato le aziende a pretendere sempre di più in fatto di prestazioni e di essere praticamente spesso reperibili oltre l’orario di lavoro consentito venendo pagati anche di meno o richiedendo anche piccoli extra letteralmente gratis.
Non solo. Secondo quanto affermato da The Vision che cita il rapporto dell’European Workforce Study 2025 condotto su 25mila collaboratori in 19 Paesi, il 40% dei dipendenti italiani vorrebbe cambiare impiego entro l’anno, contro una media europea del 31%. Si tratta di un dato allarmante che dovrebbe fare riflettere le istituzioni nostrante, si tratta di dati che non si possono più ignorare. Inoltre secondo l’Organizzazione Mondiale Sanità i burnout soprattutto se continui possono essere causa di uno stress cronico che alla fine non si riesce più a gestire. Questa condizione è caratterizzata da mancanza di energia, stanchezza cronica e distanza mentale dal proprio lavoro.
La pessima fotografia che emerge da questo rapporto si può sintetizzare con il titolo di un libro recentemente apparso sul mercato italiano e che sta facendo molto discutere. Il libro a cura di Charlotte Matteini, giornalista, ha un titolo emblematico ovvero “Gli italiani non hanno più voglia di lavorare (e hanno ragione). Nel libro si denuncia proprio lo sfruttamento dei lavoratori in molti settori, con paghe spesso irrisorie e con scarso bilanciamento tra vita privata e lavoro, condizione necessaria ad un benessere psico-fisico per ogni tipo di lavoro.