Bari, uccise 77enne lanciandolo dagli scogli: 17enne sconterà la pena facendo volontariato per gli anziani

ll tribunale per i minorenni di Bari ha deciso che il ragazzo potrà accedere alla misura alternativa della messa alla prova per la durata di tre anni: volontariato e corsi di legalità saranno la pena che dovrà scontare per aver ucciso un povero anziano.

Bari, uccise 77enne lanciandolo dagli scogli: 17enne sconterà la pena facendo volontariato per gli anziani

Il 17enne, accusato di omicidio volontario per la morte del 77enne Giuseppe Dibello, spinto per gioco lo scorso 2 maggio da una scoglieraMonopoli, dovrà fare volontariato in un centro per anziani, frequentare la scuola e seguire corsi di legalità per tre anni. In mare fu lanciato anche Gesumino Aversa, 75 anni, fortunatamente sopravvissuto. Il tribunale per i minorenni di Bari ha deciso di accogliere la proposta dell’avvocato difensore Giuseppe Sardano, la messa alla prova del ragazzo per la durata di tre anni in una comunità per minori a Caserta.

Il giovane dovrà rigorosamente rispettare un serrato programma rieducativo al termine del quale il reato sarà considerato estinto: gli è stato imposto di frequentare la scuola, fare attività sportiva, frequentare corsi di legalitàvolontariato con la Caritas, di prestare servizio agli anziani e di sottoporsi a sedute di sostegno psicologico.

Occorre ricordare che il 17enne, in compagnia di un 15enne, sorprese alle spalle i due anziani spingendoli in acqua, un orribile scherzo. Dibello urtò le rocce, perse i sensi e morì annegato, mentre il suo amico miracolosamente riuscì a salvarsi: l’amico 15enne, difeso dall’avvocato Giuseppe Carbonara, deve rispondere di omissione di soccorso e sarà processato con il rito abbreviato il 29 gennaio 2018.

Quattro testimoni oculari avevano visto il 15enne e il17enne mentre spingevano nel vuoto i due poveri anziani: il più piccolo all’inizio aveva accusato l’amico. I due ragazzi non hanno confessato; le intercettazioni ambientali, captate in caserma durante la convocazione come persone informate sui fatti, confermarono i sospetti degli inquirenti: i due giovani, parlando fra loro, ammisero di aver compiuto il terribile atto.

I militari erano risaliti ai volti di due giovani grazie alle numerose descrizioni dei presenti che si erano intrattenuti, poco prima dell’assurdo assalto, nello medesimo bar frequentato dai due pensionati: passeggiando lungo la scogliera, poi, li avevano avvistati mentre li spingevano in mare.

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