Bari, oncologo iniettava a pagamento un farmaco gratuito: arrestato insieme alla compagna

L'episodio si è verificato a Bari. Nei guai sono finiti un medico oncologo e la sua compagna, di professione avvocato. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip del Tribunale di Bari, gli arresti eseguiti dai carabineri.

Bari, oncologo iniettava a pagamento un farmaco gratuito: arrestato insieme alla compagna

I carabinieri di Bari Santo Spirito, su ordinanza della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese, in queste ore hanno tratto in arresto un medico oncologo e la sua compagna, di professione avvocato. Secondo quanto riferiscono i giornali locali e nazionali, il professionista, le cui generalità non sono state rese note, avrebbe somministrato ad un paziente oncologico un farmaco a pagamento, nonostante la somministrazione di quest’ultimo fosse completamente gratuita e a carico del Servizio Sanitario Nazionale. 

L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip del Tribunale di Bari, Giuseppe Anglana, su richiesta del pm Marcello Quercia. Il professionista, spiegano gli inquuirenti, era in servizio presso l’Istituto Tumori “Giovanni Paolo II” di Bari, dove rivestiva la carica di dirigente medico. Il paziente in questione avrebbe pagato quindi ingenti somme di denaro “sia presso la struttura ospedaliera che presso il patronato Caf (sito in Bari) in uso alla compagna e co-indagata” – così scrivono gli investigatori in una nota. 

Perquisizioni e sequestri

Contestualmente agli arresti, i carabinieri hanno proceduto a delle mirate perquisizioni sia presso il domicilio degli indagati che presso i luoghi in cui questi ultimi si recavano a lavoro. L’autorità giudiziaria ha sequestrato, ai fini della confisca, 136.000 euro ai danni del medico. Tale cifra è ritenuta proveniente dai reati posti in essere dal professionista. 

All’occasione, lo studio Caf sarebbe stato adibito anche ad ambulatorio medico. La coppia di professionisti avrebbe agito in questa maniera, secondo chi indaga, approfittando delle gravi condizioni psico-fisiche in cui si trovava la vittima del raggiro. Quest’ultima avrebbe riposto tutta la fiducia nel medico e nella sua compagna, tanto da “indurre la vittima a riconoscerlo quale unico referente in grado di garantirgli la sopravvivenza e così ottenendo illecitamente la somma di denaro contante di circa 130mila euro, regalie di ingente valore, lavori edili ed altre utilità” – così spiega la Procura.

Nelle prossime ore potranno conoscersi sicuramente ulteriori dettgli su questo caso di cronaca che arriva dalla Puglia. Inoltre i militari dell’Arma del Nucleo Carabinieri Tutela del Patrimonio Artistico, durante la perquisizione, hanno rinvenuto e sequestrato alcuni reperti archeologici. Tali oggetti saranno analizzati dalla Soprintendenza dei Beni Culturali e dai tecnici specializzati.

 

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