Aveva deciso di partecipare ad un concorso indetto dall’Asl di Bari nel 2020 per poter diventare tecnico della prevenzione nell’ambiente, ma una donna non ha potuto partecipare alla prova in quanto risultata poi positiva al Covid-19. Allora la pandemia era appena esplosa, e la Asl indisse il concorso proprio per sopperire alla mancanza di personale che avrebbe avuto quindi il compito di tutelare le persone e la salute pubblica durante la pandemia.
Vista l’emergenza sanitaria ai candidati era stato detto che la prova pre-selettiva veniva annullata. Il concorso si sarebbe dovuto svolgere il 9 giugno 2021: in quella giornata dovevano tenersi sia le prove scritte e pratiche. I candidati avevano l’obbligo di effettuare un test Covid 48 ore prima. Se negativo potevano partecipare alla prova. La donna in questione invece, per sua sfortuna, risultò positiva al tampone e quindi ha chiese di poter svolgere la prova in modalità alternative.
Diniego dell’Asl
Visto che non le è stata data la possibilità di svolgere la prova da remoto, o con altre modalità, la concorrente ha deciso di impugnare la decisione dell’Asl, spiegando che non fosse colpa sua se era risultata positiva al Covid. Lei l’8 giugno 2021 aveva inviato una pec spiegando il suo stato di salute e che era costretto all’isolamento per cause indipendenti dalla sua volontà.
Adesso è arrivata anche la risposta del Tar, il quale ha dato ragione all’Asl, spiegando che “gli impedimenti soggettivi dei concorrenti, che siano o meno causati da caso fortuito o di forza maggiore, sono irrilevanti ai fini della procedura” – così spiega la testata giornalistica Fanpage, che ha riportato il caso sulle sue pagine online.
Secondo il Tribunale amministrativo della Regione Puglia, quindi, in tempo di pandemia e vista l’emergenza sanitaria che, oggi come allora era in corso, non ci possono essere deroghe. La posizione assunta dall’Ente pubblico in questo caso è giustificata. Vedremo se la vicenda avrà ulteriori sviluppi.