L’asilo di Cantu oggi ha una storia in più da raccontare. Infatti un giorno un bambino entra in classe e fa il saluto fascista. Se fossimo ancora nel Ventennio nulla sarebbe strano, ci mancherebbe era obbligatorio, ma oggi le cose vanno diversamente. Si può pensare che questa cosa fosse stata vista in tv, da qualche documentario o qualcosa visto in un libro. La realtà è ben diversa, perchè questo saluto è un’abitudine. Infatti ogni volta che si presenta davanti ad un’autorità come un insegnante nel suo caso, ma anche davanti ad un bidello o anche davanti ai suoi camerati, anzi compagni di classe (perdonate il lapsus), il bambino fa il saluto romano.
Si decide di convocare i genitori, e ci si chiede come dire questo fatto, visto in modo negativo. Ma le sorprese non finiscono qui. Infatti i genitori non sembrano stupiti e rispondo così: “Che cosa c’è di strano? Vogliamo dargli un’educazione rigorosa e allo stesso tempo naturale”. Il padre di 30 anni e la madre di 29 sono di estrema destra, simpatizzanti per ideologie fasciste. Chi li ha convocati ha detto che “Ci hanno detto chiaramente quali sono le loro idee politiche, rivendicando con fierezza l’insegnamento del saluto romano al figlio. Abbiamo obiettato – continua la maestra – che quel saluto è vietato dalla legge italiana e che non è esattamente un gesto adatto ad un bambino di 4 anni che frequenta un asilo”.
La voce inizia a girare e viene richiamata la famiglia in quanto i vertici della scuola non vuole che tale cosa vada avanti. I genitori sembrano non recepire alcun input fino al momento in cui durante l’ultimo incontro una maestra interviene dicendo: “o il bambino la smette di salutare come il Duce, oppure non può più frequentare la scuola materna. Che è pubblica e si riconosce, come ovvio, nei valori sanciti dalla Costituzione italiana il cui carattere è rigorosamente antifascista”
Da quel momento il braccio è andato riposo lasciando però un piccolo caso nella zona del comasco.