Un episodio inquietante, ma con un esito positivo grazie alla prontezza di una bambina di soli cinque anni, si è verificato all’aeroporto di Milano Linate.
La piccola, accompagnata dalla madre, ha notato un telefono cellulare nascosto tra i divisori di una toilette nel bagno femminile, utilizzato per filmare di nascosto le persone ignare. La sua tempestiva segnalazione ha permesso di avviare un’indagine che ha portato all’arresto di un uomo di 30 anni, coinvolto in una rete di scambio di materiale pedopornografico.
La vicenda risale al 18 febbraio 2025, quando la bambina, mentre si trovava nel bagno dell’aeroporto insieme alla madre, ha notato un telefono posizionato in modo sospetto tra i divisori. Con una lucidità sorprendente per la sua età, ha immediatamente avvertito la madre, che a sua volta ha informato il marito in attesa all’esterno.
Quest’ultimo ha chiamato la polizia, dando il via a un intervento rapido ed efficace. Gli agenti della Polaria, la polizia di frontiera aeroportuale, sono arrivati sul posto e hanno inseguito l’uomo, che nel frattempo aveva tentato di fuggire dopo aver sentito la conversazione tra la famiglia e le autorità.
Una volta bloccato, l’individuo ha cercato di dimostrare la propria innocenza mostrando il contenuto di un telefono, apparentemente “pulito”. Tuttavia, un secondo dispositivo, trovato nel suo zaino, ha rivelato una realtà ben diversa: al suo interno erano presenti numerosi video e immagini rubati di nascosto in bagni pubblici e spogliatoi, con un focus particolare su donne e minori.
Le indagini successive hanno portato a una perquisizione domiciliare nella casa dell’uomo, situata in provincia di Como. Durante l’operazione, gli agenti hanno sequestrato tre telefoni, un tablet e un computer, contenenti oltre 5.000 file di materiale pedopornografico.
Tra questi, molti erano video autoprodotti, realizzati spiando minori e donne in bagni e spogliatoi. Inoltre, è emerso che il 30enne era attivamente coinvolto in diverse chat online dedicate alla condivisione di contenuti illegali. Il materiale sequestrato è stato sottoposto a un’analisi forense per approfondire le indagini e identificare eventuali complici o vittime. L’arresto dell’uomo rappresenta un passo importante nella lotta contro lo sfruttamento dei minori e la diffusione di materiale pedopornografico, un fenomeno purtroppo ancora diffuso e difficile da contrastare.