Bagni pubblici puliti grazie al consigliere comunale

Ad Acquaviva delle Fonti un consigliere comunale si è rimboccato le maniche e ogni mattina pulisce i bagni pubblici. Un esempio di civiltà

Bagni pubblici puliti grazie al consigliere comunale

Quando i fondi mancano bisogna rimboccarsi le maniche; è quello che ha fatto Franco Chimienti, consigliere comunale di Acquaviva delle Fonti, cittadina pugliese a circa 25 km da Bari, che ogni mattina di buon ora ripulisce i bagni pubblici della centrale Piazza Garibaldi.

Il consigliere, laureato in Filosofia e Scienze Motorie, ha rinunciato ad una cattedra di insegnamento pur di svolgere il suo compito istituzionale che le urne dello scorso mese di maggio gli hanno attribuito. Impegnato con i suoi colleghi amministratori a far rinascere una cittadina che negli ultimi anni ha fatto parecchi passi indietro, ha deciso di scendere in campo non con giacca e cravatta ma armato di secchi, scope e detersivi per rendere fruibile i bagni pubblici soprattutto agli anziani che di giorno trascorrono qualche ora all’aria aperta.

Una scelta, quella del consigliere, fatta senza proclami e bandi elettorali ma con lo spirito del cittadino responsabile che vuole aiutare il proprio paese a crescere. Un esempio che tutti i cittadini dovrebbero seguire iniziando a non sporcare e deturpare il bene pubblico e soprattutto a rispettare le regole e ad insegnare ai propri figli l’educazione civica.

E mentre il consigliere è pronto anche ad effettuare la manutenzione dell’erba (“se qualcuno mi fornisce un tagliaerba”), dopo aver nei mesi scorsi collaborato con l’impresa che si occupa delle pulizie stradali a ripulire il centro storico con i colleghi di consiglio comunale, da un comune limitrofo arriva la notizia che gli amministratori si sono armati di pennelli e colori e hanno pitturato a proprie spese una scuola al fine di evitarne la chiusura e consentire ai ragazzi di frequentare le lezioni.

Il caso di Acquaviva delle Fonti ci ripropone il solito problema ricorrente dei tagli dei fondi ai piccoli comuni a fronte di vitalizi “intoccabili” dei parlamentari; tagli che costringono gli amministratori locali a chiedere più soldi ai propri cittadini per poter mantenere in stato decoroso il bene pubblico.

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