Il fine settimana in corso ha lasciato un segno profondo a Bagheria, dove si cerca di capire cosa sia realmente successo a Simona Cinà, 21 anni, studentessa universitaria e promessa della pallavolo, trovata priva di vita in una piscina nella notte tra venerdì e sabato. La giovane si trovava a una festa organizzata in una villa privata in via Sant’Isidoro quando, per cause ancora in corso di accertamento, è finita in acqua senza riuscire a mettersi in salvo.
Secondo quanto ricostruito finora, l’allarme sarebbe partito da alcuni presenti, ma all’arrivo dei sanitari del 118 ogni intervento si è rivelato inutile. La Procura di Palermo ha disposto l’autopsia sul corpo e ha posto sotto sequestro sia la salma sia l’intera proprietà dove si è svolta la festa. Le indagini sono condotte dai carabinieri che stanno raccogliendo testimonianze per ricostruire ogni fase della serata.
L’orario della scomparsa, secondo quanto riferito da alcuni testimoni, si collocherebbe tra le 3.20 e le 4.13 del mattino. Una ragazza ha raccontato di aver visto Simona ballare vicino alla consolle intorno alle 3.20, mentre alle 4.13 la giovane sarebbe stata trovata in piscina, con il volto rivolto verso l’alto. Una posizione che, secondo l’avvocato della famiglia Cinà, Gabriele Giambrone, lascia spazio a molti interrogativi.
Il legale ha espresso dubbi su alcuni dettagli della dinamica, giudicandola poco compatibile con un evento accidentale. “In una piscina piccola, in mezzo a tanti ragazzi, è difficile pensare che nessuno si sia accorto di nulla per oltre quaranta minuti”, ha dichiarato, sottolineando anche che una eventuale perdita di coscienza avrebbe potuto essere notata dai presenti.
A complicare il quadro, ci sarebbero alcune incongruenze riscontrate nella gestione dei momenti successivi ai fatti. I genitori di Simona, preoccupati per il suo mancato rientro, avrebbero provato a contattarla al telefono. Alla chiamata ha risposto un ragazzo, riferendo solo che la giovane “stava male”. Solo raggiungendo la villa, hanno compreso la reale portata della situazione. Secondo quanto riferito dal legale, anche l’ambiente trovato dalle forze dell’ordine risulterebbe anomalo rispetto a quanto ci si aspetterebbe dopo una serata tra amici: nessun segno evidente di festa, alcolici assenti, la casa apparentemente già sistemata.
“Erano presenti soltanto sacchi con bottigliette d’acqua vuote”, ha aggiunto Giambrone. Simona Cinà era molto amata, non solo per le sue doti sportive ma anche per la sua personalità aperta e disponibile. Faceva parte del progetto Erasmus+ “Europace” del Cus Palermo, dove era attivamente impegnata come volontaria. Il presidente Giovanni Randisi e tutto lo staff del Cus l’hanno ricordata con parole sentite, definendola una giovane energica, solare, appassionata dello sport e profondamente altruista.