Avvelenamento da tallio, arrestato il nipote delle vittime

Tre persone morte e cinque salvate in tempo. Ad avvelenarle utilizzando il tallio il nipote 27enne, già arrestato: "Volevo punire i soggetti impuri". La svolta delle indagini in una tisana.

Avvelenamento da tallio, arrestato il nipote delle vittime

L’inchiesta iniziata un paio di mesi fa a Nova Milanese si è conclusa questa mattina con l’arrestato di Mattia Del Zotto. Il 27enne, ai carabinieri del Comando provinciale di Milano, sotto la guida del colonnello Luca De Marchis, pur essendosi rifiutato di collaborare, ha dato una spiegazione al suo gesto: “Volevo punire i soggetti impuri”. Il giovane è stato arrestato – hanno detto gli inquirenti – “per scongiurare altre possibili vittime”.

Nel suo tentativo di “far pulizia” il giovane, utilizzando il tallio – metallo letale per qualsiasi organismo – avrebbe ucciso tre persone ed avvelenate altre cinque. Sembra infatti sia lui il responsabile della morte di Patrizia Del Zotto (63 anni) – sua zia – e dei coniugi Giovanni Battista Del Zotto (94 anni) e Gioia Maria Pittana (91 anni) – i suoi nonni paterni -. Oltre alle tre persone decedute, altre cinque hanno accusato i sintomi d’avvelenamento, tutte e cinque frequentavano la casa di via Fiume a Nova Milanese: il marito e la sorella della Del Zotto deceduta, la badante degli anziani ed i nonni materni di Mattia.

Dalla ricostruzione dei fatti pare che gli omicidi siano stati premeditati e poi eseguitia mezzo somministrazione di solfato di tallio“. Il giovane conservava ancora nel suo cellulare la ricevuta di un acquisto di tallio eseguito online presso un’azienda padovana. Il tallio è un metallo che si trova disponibile nel mercato perché utile come conduttore elettrico per le fotocellule, mentre negli anni passati veniva utilizzato come topicida.

Martedì 5 dicembre è stato il giorno decisivo per la svolta alle indagini: i carabinieri del Gruppo di Monza e della compagnia di Desio, sotto la guida dal tenente colonnello Simone Pacioni e diretti dal capitano Mansueto Cosentino, hanno comunicato i primi risultati delle indagini fatte sui campioni recuperati nella villa dei coniugi Palma in via Padova. Da questi reperti i tecnici dell’Istituto zooprofilattico di Torino sono riusciti a isolare tracce di tallio nelle erbe sminuzzate che si trovavano in una terrina pronte per preparare infusi.

In un primo momento si era pensato a un avvelenamento casuale durante le vacanze nella casa di campagna a Varmo (Udine), qui tutte le persone coinvolte nell’avvelenamento avevano soggiornato a fine agosto. Dopo aver preso in rassegna i vari cibi, è stato analizzato un vecchio topicida, quindi gli escrementi dei piccioni e per ultima è stata considerata anche l’ipotesi che l’acqua del pozzo fosse contaminata. Ma niente, non veniva a galla nessun elemento utile alle indagini. Dalla casa a Varmo (Udine) i carabinieri si sono poi concentrati sulla casa di via Fiume a Nova Milanese, anche qui senza risultati. Finalmente dalle erbe pronte per l’infuso in via Padova la risposta che si cercava: c’era un avvelenatore.

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