Negli ultimi giorni – tra martedì e mercoledì – sono stati riscontarti nuovi casi di aviaria in due allevamenti che distano qualche chilometro l’uno dall’altro pur trovandosi in due province diverse: Padova e Vicenza.
L’Istituto Zooprofilattico delle Venezie – dopo aver fatto ed esaminato del materiale – ha confermato che il virus ad alta patogenicità è presente in due allevamenti, uno a Vo’, in provincia di Padova, e uno a Pojana Maggiore, in provincia di Vicenza.
Luca Zaia, presidente della regione Veneto, affinché il virus non si diffonda, ha disposto alcune misure obbligatorie di protezione per tutti gli allevamenti che si trovano nel raggio di 3 chilometri, e ha fatto mettere sotto sorveglianza anche quelli a 10 chilometri dai due focolai appena rilevati. Secondo l’ordinanza regionale, il monitoraggio è esteso a 200 allevamenti che si trovano tra le due province colpite dal virus e la confinante Verona.
Proprio nei giorni scorsi, un focolaio era stato individuato in un allevamento di galline ovaiole, lontano dal centro abitato, in provincia di Bergamo, a Grone, primo caso nella provincia dall’inizio del 2017.
L’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna, dopo aver fatto gli accertamenti sulle carcasse di otto galline ovaiole, ha dato l’allarme: è aviaria. La notizia è stata poi diffusa dal sindacato italiano veterinari di medicina pubblica attraverso la pagina web di Sivemp Veneto.
In questo caso, sono stati proprio i proprietari, due giovani, a chiedere aiuto osservando i primi sintomi in alcune galline del loro allevamento. Ats Bergamo (Agenzia di Tutela della Salute) è intervenuta immediatamente, e lunedì 10 ottobre ha avviato la procedura prevista dal Dipartimento di prevenzione veterinaria, come lo stesso Ats spiega: “I veterinari del Dipartimento di prevenzione veterinaria di Ats Bergamo hanno avviato tutte le procedure previste dalla normativa vigente per l’estinzione del focolaio e le operazioni di pulizia e disinfezione preliminare. Il focolaio è quindi in fase di imminente chiusura“.