Nella notte tra il 13 e il 14 giugno a Trepuzzi, in provincia di Lecce, un episodio ha suscitato preoccupazione tra la comunità locale e le forze dell’ordine: l’auto privata di un maresciallo dei carabinieri è stata data alle fiamme mentre era parcheggiata davanti alla sua abitazione.
Il militare, 43 anni, è in servizio presso il nucleo di polizia giudiziaria del tribunale di Taranto. Il veicolo, una Fiat 500L, ha riportato danni soprattutto nella parte posteriore destra, dove è stato appiccato il fuoco con l’ausilio di una sostanza trovata accanto all’auto.
Sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco per spegnere le fiamme e i colleghi per avviare le indagini. Le autorità stanno lavorando per chiarire le motivazioni alla base di questo gesto grave. Tra le piste investigative più accreditate, viene escluso un legame diretto con l’attività professionale del maresciallo, concentrandosi invece su motivi personali.
In particolare, si sta approfondendo un recente alterco avuto tra il carabiniere e un giovane, scaturito da un confronto sulla strada. Gli inquirenti stanno analizzando i filmati delle telecamere di sorveglianza e raccogliendo testimonianze per individuare i responsabili e ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. Questo episodio arriva in un momento delicato per la comunità locale e le forze dell’ordine, ancora segnate dalla scomparsa del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, deceduto in un conflitto a fuoco nel brindisino.
Il modo con cui il rogo è stato appiccato, evidenziato dal ritrovamento della bottiglietta vicino al veicolo, conferma la natura volontaria dell’atto e sottolinea la gravità della situazione. Le indagini proseguono senza escludere alcuna ipotesi, con l’obiettivo di garantire sicurezza e tutela a chi quotidianamente lavora per la collettività. La comunità di Trepuzzi attende risposte chiare e un rapido intervento da parte delle autorità, nella speranza che episodi simili non si ripetano. Nel frattempo, quanto accaduto sottolinea quanto anche la vita privata degli uomini e delle donne in divisa possa diventare terreno di tensioni che, se non gestite, rischiano di sfociare in gesti pericolosi.