Aumento contagi nel trevigiano: ex-caserma Serena sotto i riflettori

I contagi a Treviso presso l'ex caserma Serena sono aumentati sia tra i profughi che vivono all'interno dello stabile sia tra gli operatori del personale sanitario. I positivi persistono, dimostrando come la situazione debba essere gestita in modo più minuzioso.

Aumento contagi nel trevigiano: ex-caserma Serena sotto i riflettori

L’aumento dei contagi positivi da Covid-19 all’interno dell’ex caserma Serena a Treviso è un segnale d’allarme per la gestione della pandemia in Italia, più precisamente nel trevigiano, dove il quantitativo dei positivi sembrava essere calato notevolmente a seguito delle riaperture.

Tuttavia la scorsa settimana il numero degli immigrati affetti dal virus era pari a 137 mentre al giorno d’oggi è di 246 su 281 persone totali, con un picco inoltre all’interno del personale sanitario e due positivi tra i colleghi delle aziende in cui operano alcuni migranti residenti nella caserma militare: dati che alimentano lo sgomento e la preoccupazione.

L’isolamento della struttura continua: quest’ultima risulta blindata e accerchiata da volanti di polizia e carabinieri che assistono 24h su 24 che nessuno esca dal perimetro e si trovi a violare le linee guida della quarantena obbligatoria.

Ciò nonostante il fatto che all’interno non venga rispettato il distanziamento, aumenta la possibilità che alla fine della settimana anche coloro i quali non risultavano affetti da Coronavirus presentino sintomi e positività al tampone. I bagni sono condivisi come al tempo stesso le camere da letto e la mensa.

Proprio per questa ragione il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia dichiara che la struttura debba essere dismessa poiché fallimentare sia per il contenimento e il trattamento dei contagi sia come metodo di ospitalità dal punto di vista sociale, economico e culturale. 

La Procura di Treviso apre un’inchiesta sul caso Caserma Serena e come risposta Gianlorenzo Marinese, presidente della società trevigiana “Nuova Facility”, la quale gestisce il centro di accoglienza migranti, prontamente dichiara di esser conscio di aver agito in modo corretto.

Afferma di essere pronto a fornire tutta la documentazione utile a dimostrare l’efficienza della società agli inquirenti, sostenendo successivamente di non voler più avanzare dichiarazioni per quanto riguarda l’andamento della situazione, lasciando le novità e le notizie a facoltà della magistratura. Le disposizioni sul modo di agire si avranno dopo i prossimi tamponi, i quali testimoniano i cambiamenti e quali decisioni prendere.

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