Pare sia stata una donna a compiere l’attentato terroristico a Volgograd, nella Russia meridionale, che ha causato la morte di sei persone e il ferimento di altre diciassette.
Infatti, nelle vicinanze del luogo dell’attentato, gli investigatori hanno trovato i documenti d’identità della donna, Naida Afialova, 30 anni, proveniente dal Daghestan, instabile repubblica del Caucaso russo, minato dal terrorismo di matrice islamica, che risulta essere moglie di un capo della guerriglia caucasica.
Sull’autobus, che al momento dell’esplosione stava percorrendo un ampio viale di periferia, a sud di Volgograd, ed era diretto verso il centro, c’erano circa 40 persone, la maggior parte delle quali studenti.
Un passeggero sopravvissuto ha raccontato che la donna si è fatta esplodere appena salita sul bus, mentre, in un primo momento, si era pensato che l’esplosione fosse stata provocata da una bombola a gas difettosa che alimentava il bus.
Ora la polizia, che intanto, ha deciso di bloccare la circolazione delle “marshrutke”, i minibus privati, teme che possano verificarsi alti attentati.
Infatti, nei mesi scorsi un capo guerriglia del Caucaso aveva spronato ad azioni terroristiche durante le Olimpiadi invernali, che si svolgeranno nel 2014 a Sochi. Proprio per questo motivo il presidente russo Vladimir Putin ha rafforzato la sicurezza nella regione settentrionale del Caucaso.