Attentato Berlino, terrorista fu reclutato in carcere a Palermo: incendiò un centro

Amri Anis, l'attentatore di Berlino sfuggito alla cattura in Germania ed ucciso la scorsa notte a Milano dopo un conflitto a fuoco con la polizia, rimase in carcere per 4 anni a Palermo in passato: aveva appiccato un incendio ad un centro accoglienza.

Attentato Berlino, terrorista fu reclutato in carcere a Palermo: incendiò un centro

Sarebbe stato radicalizzato in un carcere di Palermo Anis Amri, il terrorista sfuggito alla cattura in Germania dopo avere compiuto il terribile attentato al mercatino natalizio di Berlino, salvo poi venire fermato ed ucciso proprio a Milano in seguito ad uno scontro a fuoco con le forze di polizia.

L’incredibile indiscrezione è emersa nelle ultime ore e rafforza l’inquietante legame che Anis ha avuto in passato con il nostro Paese: l’Italia a questi presupposti sarebbe infatti il luogo che contribuì a formare il terrorista, provocando la sua conversione all’Islam radicale e stroncando infine la sua carriera di foreign fighter, in seguito ai cruenti sviluppi di un banale controllo dei documenti.

Per questa ragione la Procura di Palermo ha deciso di aprire un’indagine relativa al periodo trascorso dal tunisino nelle carceri siciliane (l’uomo venne trasferito più d’una volta a causa del suo temperamento violento), al fine di svelare come ed in che modo i reclutatori dell’Isis riuscirono ad avvicinarlo ed a procedere alla sua radicalizzazione mentre si trovava nel centro di detenzione.

La rivelazione è stata fatta da Bild Bdelkader Amri, uno dei fratelli del terrorista ucciso a Milano. Bild è infatti convinto che Anis non avesse spiccate tendenze fondamentaliste nel momento in cui abbandonò la Tunisia, e che sia stato invece avvicinato al terrorismo proprio nel carcere di Palermo.

La Digos è nel frattempo già al lavoro per raccogliere quante più informazioni possibili sul caso presso le prigioni dove Anis Amri era stato incarcerato in seguito al suo arrivo nel nostro Paese, datato 2011. Il terrorista tunisino, all’epoca 19enne, sbarcò a Lampedusa ma venne successivamente incarcerato dopo avere appiccato il fuoco ai materassi del centro accoglienza in segno di protesta.

L’incendio coinvolse l’intera struttura, ed il ragazzo venne condannato a quattro anni di carcere per minacce aggravate, lesioni personali ed incendio doloso. Sarebbe stato quello, secondo le indiscrezioni, il periodo in cui Anis iniziò ad interessarsi al fondamentalismo islamico militante grazie ai reclutatori jihadisti attivi nelle prigioni italiane; nelle quali il tunisino mostrò spesso segni di comportamento violento, ma mai di odio anticristiano e di estremismo religioso. Almeno fino al lavaggio del cervello.

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