Nella mattinata del 13 settembre Otranto, ridente cittadina turistica della provincia di Lecce, si è svegliata ancora attonita per quanto accaduto il giorno prima, 12 settembre, quando i militari della Guardia di Finanza di Lecce, supportati dai carabinieri, hanno eseguito una sfilza di ordinanze cautelari a carico di alcuni soggetti che risultano indagati per i reati di associazione per delinquere finalizzata al compimento di vari reati contro la pubblica amministrazione, corruzione elettorale, frode in processo penale e depistaggio, turbativa d’asta, truffa ai danni dello Stato e della Comunità Europea.
Nella fattispecie le indagini hanno portato ad applicare misure cautelari in carcere per l’attuale sindaco di Otranto, Pierpaolo Cariddi, 56 anni e del fratello Luciano Cariddi, anch’egli ex sindaco di Otranto nel decennio 2007-2017. Oltre a loro le forze dell’ordine, su richiesa della Procura di Lecce, hanno applicato misure cautelari in regime di domiciliari per gli imprenditori Raffaele e Roberto De Santis, rispettivamente presidente 73enne di Federalberghi e imprenditore. In totale nell’inchiesta figurano indagate 57 persone.
Tutti gli altri indagati
Oltre al sindaco e agli imprenditori su indicati, l’autorità giudiziaria ha applicato anche misure cautelari per Aldo Emanuele Maggiulli, 56enne di Muro Leccese, ingegnere e già dirigente comunale dell’area tecnica del Comune di Otranto, di Roberto Aloisio, ingegnere 50enne di Maglie e componente dell’ufficio tecnico comunale idruntino, di Giuseppe Tondo, geometra 69enne di Otranto già dirigente dell’ufficio Ambiente del Comune, di Marco Maggio, tecnico 40enne di Cannole, di Salvatore Giannetta, imprenditore 63enne di Minervino di Lecce e proprietario di numerosi supermercati. Dobbiamo precisare che tali persone, incluso sindaco ed ex sindaco, risultano al momento soltanto indagate e non condannate, per cui potranno difendersi nelle sedi appropriate dinanzi l’autorità giudiziaria circa le accuse che vengono mosse a loro carico. Le indagini sono inoltre ancora in fase preliminare.
Le indagini dell’autorità giudiziaria sono partite nel 2017, allorquando alcune attività dell’amministrazione comunale finirono sotto la lente degli inquirenti e sono andate avanti fino alla primavera del 2022. Nella mattinata del 12 settembre è scattato il blitz che ha portato ad emettere nei confronti degli indagati sia misure cautelari in carcere, che ai domiciliari o con varie restrizioni delle libertà personali.
Le autorità hanno anche proceduto al sequestro preventivo di alcune strutture ricettive: secondo chi indaga il modus operandi era sempre lo stesso e finalizzato all’arrichimento personale degli interessati sia a livello locale che regionale. Sono state inoltre sequestrate somme di denaro e strutture del valore di diversi milioni di euro, queste ultime sarebbero state realizzate anche in violazione delle norme in materia di edilizia e paesaggistica.