Arresto primario Carlo Mosca, il gip: piena consapevolezza e volontà di uccidere

Il giudice per le indagini preliminari, nell'ordinanza di custodia cautelare, ha scritto che il primario Carlo Mosca ha agito con piena consapevolezza e volontà di uccidere, spiegando i motivi per cui si sarebbe macchiato di simili reati.

Arresto primario Carlo Mosca, il gip: piena consapevolezza e volontà di uccidere

Il gip Angela Corvi, che ha disposto gli arresti domiciliari del dottor Carlo Mosca, primario facente funzioni di pronto soccorso presso l’ospedale Montichiari d Brescia, accusato di aver ucciso 2 pazienti Covid mediante la somministrazione di farmaci paralizzanti, ha spiegato in che modo e perchè il primario ha agito così.

Nell’ordinanza di custodia cautelare, il gip scrive che il dottor Mosca ha somministrato farmaci letali non per leggerezza, imprudenza o inescusabile imperizia, ma nella piena consapevolezza dei presupposti della sua condotta e con la volontà di uccidere. Il motivo sarebbe ricondubibile alla volontà di liberare non solo posti letto, ma anche risorse umane, fisiche ed emotive di medici, infermieri e operatori del 118. 

Nell’ordinanza, inoltre, si legge che diversi infermieri e operatori socio-sanitari si erano confrontati circa l’utilizzo spropositato dei farmaci succinilcolina e propofol, stupiti del fatto che questi medicinali, a effetto anestetico, venissero utilizzati su pazienti che necessitavano di essere intubati.

L’aggravamento della condotta illecita

La condotta illecita del dottor Mosca sarebbe aggravata anche dall’aver più volte chiesto, prima di somministrare il farmaco (che si sarebbe rivelato mortale per i due pazienti Covid), ad infermieri ed oss, di essere lasciato solo con i pazienti, che da lì a poco sarebbero deceduti. Il gip ha disposto ordinanza di custodia cautelare degli arresti domiciliari per il pericolo di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato, in quanto se avesse continuato a svolgere le funzioni di primario, avrebbe potuto continuare a uccidere. 

Il medico, infatti, venuto a conoscenza delle indagini, avrebbe avvicinato il personale per chiedere di rivelare agli inquirenti una versione unica, istigandoli, così, a dichiarare il falso. 

Inoltre avrebbe cercato di risalire ai nomi degli infermieri che avevano collaborato con lui in quei giorni. Ma come ha reagito il primario di fronte a queste fortissime accuse? Per lui si tratta di illazioni senza fondamento, in quanto non avrebbe mai somministrato quei farmaci e mai avrebbe voluto togliere la vita a quei pazienti, anzi, piuttosto, salvarla.

Continua a leggere su Fidelity News