L’ operazione dei carabinieri
Il 21 ottobre 2024, la cronaca campana è stata scossa dall’arresto del sindaco di Poggiomarino, Maurizio Falanga. L’operazione, condotta dai Carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata su ordinanza del Gip di Napoli, ha portato anche all’arresto del vice sindaco Luigi Belcuore e di un imprenditore locale, Franco Carillo.
Le accuse sono gravi: scambio elettorale politico-mafioso, con l’aggravante della vincita elettorale di Falanga nel 2020
Le accuse e il contesto elettorale
Falanga, 50 anni, era stato eletto sindaco con un’alleanza che univa liste civiche e partiti di centrodestra come Fratelli d’Italia e Forza Italia. Secondo l’accusa, le elezioni del 20 e 21 settembre 2020 sarebbero state condizionate dal clan camorristico capeggiato da Rosario Giugliano, che vrebbe imposto un vero e proprio regime per garantire la vittoria del sindaco, esautorando i candidati avversari e promettendo appalti pubblici in cambio di voti.
Ruolo di Franco Carillo
Le indagini della DDA hanno rivelato che Franco Carillo, attualmente in custodia cautelare, fungeva da intermediario tra la politica e il boss Giugliano, contribuendo a stabilire un accordo mafioso. In un interrogatorio del 4 ottobre 2023, Giugliano ha dichiarato: “Una volta individuato il candidato sindaco della coalizione, nella figura di Maurizio Falanga… avevo il controllo della coalizione di centrodestra”. Carillo garantiva supporto politico in cambio di favori, tra cui l’approvazione di progetti cruciali per Poggiomarino.
L’esito elettorale sotto esame
Il sindaco Falanga avrebbe vinto le elezioni al primo turno con un consenso del 57,93%, superando il candidato di centrosinistra Giuseppe Annunziata. Tuttavia, l’apparente legittimità della sua elezione è ora messa in discussione dalle rivelazioni delle indagini. Gli inquirenti sostengono che il clan Giugliano abbia operato per influenzare l’esito delle elezioni, assicurandosi una fetta degli appalti pubblici attraverso l’assegnazione di lavori e servizi in cambio del supporto elettorale.
Conseguenze e riflessioni
Questo caso mette in luce il grave problema dell’infiltrazione mafiosa nelle istituzioni locali, evidenziando come la criminalità organizzata possa condizionare non solo la politica, ma anche la vita quotidiana dei cittadini. La situazione di Poggiomarino solleva interrogativi sulle modalità di selezione dei candidati e sulla necessità di un maggiore controllo democratico per garantire che il voto resti libero da ogni forma di coercizione.In attesa di ulteriori sviluppi, la comunità di Poggiomarino si trova a fare i conti con una realtà complessa e inquietante.