Un bambino di 8 anni violentato da un prete pedofilo, questa è l’ennesima triste vicenda accaduta nella città pugliese di Brindisi, che ha visto aprire le porte del carcere per il parroco 42enne Francesco Caramia.
Un bambino come tanti altri, che frequenta la parrocchia perchè frequenta i corsi di preparazione alla Prima Comunione, ma che vuole fare di più per il Dio in cui crede e per la parrocchia stessa, decidendo quindi di fermarsi qualche ora in più del necessario per imparare a fare il chierichetto.
Una fiducia, quella del bimbo, riposta purtroppo nella persona e nel prete sbagliato, che lo ha circuito e manipolato a tal punto da abusare più e più volte del bambino, che oggi ha 10 anni, ma che all’epoca dei fatti ne aveva appena 8. “Io gli dicevo di lasciarmi stare, ero solo un bimbo” – ha raccontato la presunta vittima in occasione dell’ascolto protetto da parte degli inquirenti – parole che fanno rimanere basiti, scioccati.
Secondo quanto riferito dal piccolo gli abusi sarebbero avvenuti nella parrocchia di San Giustino de Jacobis, due volte la settimana in occasione degli incontri previsti per imparare a fare il chierichetto. Come sempre accade in questi casi, il violentatore non si ferma all’abuso, ma passa subito alle minacce di ritorsione, cosa avvenuto anche in questo caso.
I racconti, supportati anche dalle consulenze di medici e psicologi, sono stati ritenuti credibili dal giudice, che non ha quindi esitato ad emettere un provvedimento restrittivi nei confronti del parroco. In genere, per questi casi i giudici ordinano gli arresti domiciliari, mentre in questo caso, probabilmente per la gravità dei fatti commessi o per la preoccupazione dell’inquinamento delle prove, si sono aperte direttamente le porte del carcere.
Prima di Padre Caramia sono finiti in manette sempre nella stessa città altri preti, tra cui don Franco Legrottaglie e don Giampiero Peschiulli. Fatti gravissimi che indignano profondamente la comunità cattolica.