Ai Caraibi, precisamente a Santo Domingo, paese scelto perché non esistono accordi di estradizione con l’Italia, Roberto Benatti, 62 anni, il falso fisioterapista condannato a 24 anni per le violenze inflitte ad oltre un centinaio di pazienti che aveva stuprato e narcotizzato, si era rifatto praticamente una nuova vita.
L’uomo si sentiva al sicuro in quel paese e, nel frattempo, riusciva a rimediare qualche soldo con il vecchio mestiere. Inoltre, il pornoterapista frequentava assiduamente un ristorante italiano molto conosciuto nella zona, il Cappuccino, dove soleva andare quotidianamente per pranzare.
Una vita tranquilla e spensierata, mentre in Italia continuavano i processi a suo carico, di primo e secondo grado, per i reati commessi, tra cui violenza sessuale, esercizio abusivo della professione e consumo di sostanze stupefacenti che utilizzava per addormentare le vittime e violentarle. Non contento, dopo la violenza le fotografava anche, un’azione degna di un maniaco sessuale.
Tutti i suoi pazienti erano stati scrupolosamente schedati dal medico che esercitava negli studi di Colle Santa Lucia. Proprio in questa località e nel comune di Gallarate, dove il pornoterapista è nato, scoppiò lo scandalo che lo travolse, uno scandalo di proporzioni enormi che aveva visto oltre cento pazienti coinvolti nelle sue violenze.
La sua fuga è però finita domenica: infatti, la polizia di Santo Domingo, in collegamento con i colleghi italiani, che non hanno lasciato nulla al caso e che hanno continuato le indagini, sono riusciti a braccare Benatti nella sua casa e a caricarlo su un aereo per Malpensa. Un caso che ha rivelato la località dove si trovava l’uomo: il latitante è stato infatti trovato con il permesso di soggiorno scaduto e, come ha spiegato il dirigente del Scip, Mario Argenio, per prenderlo rimanevano solo 48 ore, altirmenti non ci sarebbe stata più alcuna possibilità. E così l’uomo è stato rimpatriato.