Ieri sera una donna di 56 anni e il figlio di 34 anni si sono suicidati lanciandosi dal ponte monumentale di Ariccia, un comune di Roma. Non sono ancora noti i motivi del gesto estremo che ha portato sia la donna che il giovane alla morte, avvenuta sul colpo secondo quanto stabilito dai medici che hanno effettuato l’autopsia presso il policlinico di Tor Vergata. Il ponte da cui si sono lanciati nel vuoto è noto con i nomi di “ponte della morte “e “ponte dei suicidi” proprio a causa dell’alto numero di atti estremi compiuti negli anni dalla struttura.
Madre e figlio erano arrivati ad Ariccia dal quartiere romano Centocelle, dove abitavano in una delle palazzine per i militari dell’ex aeroporto della capitale. Dopo aver raggiunto il ponte, quando ormai era già buio, i due si sono arrampicati sulla rete verticale installata sul posto nel 1997 proprio per evitare che si verificassero altri episodi di suicidio. Una passante, vedendoli scalare la rete di protezione e immaginando le loro intenzioni, ha subito chiamato la polizia che è arrivata dopo pochi istanti, proprio nel momento in cui i due stavano per lasciarsi cadere nel vuoto.
Gli agenti hanno intimato più volte a madre e figlio di fermarsi ma, proprio mentre cercavano di raggiungerli i due si sono buttati. La seconda rete di protezione installata orizzontalmente sotto il viadotto ha fermato il loro volo, ma i due si sono alzati in piedi e, davanti agli sguardi impotenti di passanti e agenti, hanno camminato fino a raggiungere il bordo della rete per poi lanciarsi nuovamente di sotto. Il loro volo, questa volta, si è fermato una cinquantina di metri più in basso, sul piazzale del parcheggio dove polizia, vigili urbani di Ariccia e vigili del fuoco di Velletri hanno lavorato fino a tarda notte per recuperare i corpi delle due persone, ormai irriconoscibili.