Arabia Saudita: donna decapitata. Era accusata di omicidio

E' stata giustiziata in un parcheggio del centro della città di La Mecca una donna accusata senza prove certe di aver violentato, e successivamente anche ucciso, la figlia di suo marito. I giustizieri: deve soffrire il più possibile

Arabia Saudita: donna decapitata. Era accusata di omicidio

Quello che è successo in Arabia Saudita,  dove le donne non hanno ancora acquisito tutti i diritti di cui godono le donne occidentali, è sconcertante e allo stesso tempo raccapricciante. Si tratta di Layla bint Abdul Mutaleb Bassim, una donna di origine birmana che è stata accusatadsi aver in un primo momento stuprato la figlia di sette anni di suo marito e di averla poi uccisa. A nulla sono servite le grida della donna, che si è detta innocente fino all’ultimo secondo prima dell’esecuzione.

L’esecuzione è avvenuta in un parcheggio pubblico nella città di La Mecca, per mezzo di un uomo che brutalmente con una spada ha separato la sua testa dal resto del corpo, dopo averla trascinata con non poca violenza per tutto il parcheggio. L’esecuzione sarebbe stata anche ripresa e caricata sul web, ma i media internazionali hanno nel giro di poche ore cancellato il video troppo violento per essere mostrato.

L’accusa che è stata mossa alla donna sia dalla Corte d’Appello che dalla Corte Suprema è stata di avere violentato la bimba con un manico di scopa e poi ucciso senza mostrare alcuna pietà. La donna non ha potuto fare niente per farsi sentire e per urlare la propria verità agli uomini che senza prove concrete la stavano incolpando di un atto così crudele. Le sentenza è stata fredda e decisa: pena di morte.

Nei paesi arabi la pena di morte può essere inflitta mediante due metodiche: la prima consiste nel somministrare al condannato degli antidolorifici affinchè soffra di meno, la seconda consiste nell’esecuzione a crudo, senza alcun tipo di antidolorifico. Alla donna è stata riservata la seconda opzione, perchè volevano che soffrisse il più possibile.

In Arabia Saudita purtroppo il numero delle esecuzioni e delle pene di morte aumenta sempre più, raggiungendo picchi elevatissimi. Nel corso del 2014 si stima che siano state giustiziate ben 87 persone, mentre nelle sole due settimane del 2015 ne sono state uccise già 7. Le accuse spesso non erano neanche così gravi da essere puniti con la pena di morte.

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