In giorni come questi in cui non si fa altro che parlare di tasse e fisco – che dovrebbero assicurare un sistema sanitario efficiente – si stenta a raccontare quanto successo all’ospedale di Cuneo nei giorni scorsi: un uomo 74enne cade dalla barella e muore.
“E’ accaduto tutto in un secondo” dicono barellieri ed infermieri che avevano adagiato il paziente sulla barella, assicurandolo bene con le apposite cinghie; poi ad un tratto dei cigolii ed un rumore fragoroso, un tonfo che hanno sentito in molti in quell’ospedale, gettando nel panico medici ed infermieri che si sono ritrovati avanti alla scena raccapricciante.
Davanti a loro c’era il signor Carlo Bono riverso per terra, con evidenti ferite alla testa. I fatti sono accaduti l’11 ottobre scorso, mentre il decesso dell’uomo è avvenuto ieri a causa dell’emorragia cerebrale causata dal violento ed improvviso impatto con il pavimento del reparto in cui era ricoverato per altri motivi.
Dall’ospedale fanno sapere che le responsabilità sono da ricondursi alla barella, e non al personale sanitario che ha messo in atto scrupolosamente e diligentemente il protocollo. Dunque, inizia così quello che si prevede essere già uno scarica barile di responsabilità tra la struttura ospedaliera e l’azienda fornitrice delle barelle.
Intanto, la famiglia dell’uomo, un impresario edile di Borgo San Dalmazzo, piange il proprio congiunto che sì aveva dei problemi di salute – tali da portarlo al ricovero ospedaliero – ma non tanto severi e gravi da poterne causare il decesso.
Sul caso indaga ora la Procura, che ha già aperto un fascicolo d’inchiesta e iscritto cinque persone con l’ipotesi di reato di omicidio colposo. Una famiglia a lutto, un’intera comunità piange il suo concittadino, ed ora si invoca giustizia ma, soprattutto, che si accertino con celerità le cause e le responsabilità di chi ha colposamente spezzato la vita di un uomo, che tanto aveva ancora da dare alla sua comunità.