Siamo a Livorno, nella sede centrale delle Poste, in via Cairoli. E’ venerdì pomeriggio e, intorno alle 17, sono già in tanti quelli che hanno staccato i biglietti, in attesa del loro turno, date le lunghe code del periodo natalizio. Tra coloro che aspettano c’è la giovane Anna Mannucci, 25enne, affetta da fibrosi cistica, una gravissima malattia che le è stata diagnosticata a soli 2 mesi di vita, con un’invalidità al 100%.
La ragazza, da poco dimessa da un ricovero ospedaliero di 15 giorni all’ospedale Careggi di Firenze, doveva spedire una raccomandata urgente ma, nonostante la sua gravissima malattia, la giovane informatica non voleva sentirsi privilegiata. Dopo aver riflettuto sulle raccomandazioni dei medici di stare attentissima al Covid e non fare code, Anna, con indosso la mascherina e osservando le dovute distanze di sicurezza, ha deciso di mostrare i suoi documenti di invalidità.
Anna viene umiliata
Ma, dopo la decisione di farsi avanti e mostrare i documenti sanitari che attestano la sua malattia, è accaduto quello che nessuno si sarebbe mai aspettato: due addette hanno messo in dubbio la sua disabilità, pur di fronte alle prove tangibili che la ragazza ha mostrato. Un’impiegata è arrivata a dirle che una coda si salta quando non si è capaci di camminare e che lei invece sembrava in forma; mentre la collega, rincarando la dose, ha criticato Anna con le persone arrivate prima di lei, che mettevano in dubbio la sua disabilità.
Per fortuna la ragazza è riuscita a far valere le sue ragioni, ma si è sentita fortemente umiliata, come già accaduto in passato.Anna, infatti, ricorda benissimo quella volta in cui ha parcheggiato nel posto per disabili ed un signore di passaggio ha minacciato di chiamare Le Iene, dandole dell’imbrogliona.La sua malattia, dice, non ha evidenze fisiche ma proprio per questo si chiede se la sua colpa sia quella di essere una malata che ancora resiste alla malattia.