Un tempo simbolo di freschezza e semplicità estiva, l’anguria è sempre stata uno dei frutti più accessibili per tutti. Tuttavia, un recente episodio in Costa Smeralda ha ribaltato questa percezione, scatenando un vivace dibattito tra i consumatori, tanto sotto l’ombrellone quanto sui social. Il motivo? Il prezzo di un cocomero venduto in un supermercato di Porto Cervo, che ha lasciato molti increduli: 42,62 euro per un frutto di 15,275 kg, equivalente a 2,79 euro al kg.
La vicenda è diventata virale grazie a un post su Twitter che mostra la foto dello scontrino, datato 24 luglio, con il prezzo esorbitante dell’anguria. La reazione degli utenti non si è fatta attendere: il tweet ha raccolto quasi mille commenti e oltre 1400 “like”. Molti si sono detti indignati: “Con 42 euro vado al ristorante!”, “Non ci posso credere 42€ un cocomero…”, “Ci sono i diamanti dentro!”. Alcuni hanno perfino fatto ironia con riferimenti a Vanna Marchi e alla sua celebre strategia di vendita, mentre altri hanno espresso il desiderio che il frutto rimanesse invenduto come segno di protesta.
Ma tra gli indignati, ci sono stati anche coloro che hanno preso le difese del prodotto, sottolineando che il prezzo, seppur alto, è giustificato dal peso e dalla qualità dell’anguria. “Ma con 15 chili ci mangiano 30 persone”, ha scritto qualcuno. Un altro ha aggiunto: “Questa è la tipologia di anguria più buona in assoluto. Viene dal mantovano. Con un laser verificano il grado di zucchero e la selezionano come premium… Il prezzo vale!”. Secondo queste voci, il cocomero in questione non sarebbe un frutto qualsiasi, ma un prodotto d’eccellenza coltivato e venduto da un’azienda rinomata.
L’episodio solleva una questione più ampia che va oltre il semplice prezzo di un’anguria. In una località esclusiva come Porto Cervo, dove il lusso è la norma, un frutto venduto a un prezzo elevato potrebbe riflettere l’ambiente stesso, dove anche i beni più comuni diventano oggetti di status. Tuttavia, la discussione evidenzia anche il contrasto tra la percezione del lusso e la sua effettiva giustificazione: c’è chi vede il costo come una follia e chi, invece, lo considera congruo per un prodotto di qualità superiore.
Il caso dell’anguria da 42 euro resta emblematico di come, nell’era dei social, anche un semplice frutto possa diventare il centro di un acceso dibattito. Al di là delle opinioni contrastanti, la vicenda mette in luce il divario tra chi considera il cibo di qualità un lusso accessibile solo a pochi e chi, invece, ne riconosce il valore, indipendentemente dal costo. In ogni caso, l’anguria di Porto Cervo ha sicuramente ottenuto l’attenzione, dimostrando come anche un frutto possa diventare simbolo di status e argomento di discussione.