Andrea Prospero, nelle chat totale indifferenza al giovane che ha messo fine alla propria vita in diretta social

Diversi i comenti sul gesto dello studente universitario, in tanti hanno voluto farsi gli affari loro, senza curarsi di quanto stava accadendo. Le indagini degli inquirenti spaziano anche sulle truffe online.

Andrea Prospero, nelle chat totale indifferenza al giovane che ha messo fine alla propria vita in diretta social

Il gesto di Andrea Prospero, molto probabilmente, avrebbe potuto essere evitato. Sarebbe stato sufficiente l’intervento di qualcuno che già sapeva quello che voleva fare per impedire al giovane di togliersi la vita. E’ quanto hanno dedotto gli inquirenti dalle analisi delle chat scambiate fra Andrea e alcuni ragazzi: in particolare, Valemno e Thomas Burberry hanno deciso di non intervenire, ben sapendo che di lì a breve Prospero si sarebbe tolto la vita in diretta Telegram ingerendo un mix fatale di Xanax e ossicodone.

Tutto si è svolto in poco più di mezz’ora, esattamente 35 minuti e alcuni secondi, e il giovane era già all’altro mondo. Il ragazzo, originario di Lanciano, è stato rinvenuto privo di vita in un monolocale del centro storico di Perugia, ma non ha fatto tutto da solo. Proprio così, è stato istigato a togliersi la vita da Valemno, noto con il nickname di E.V. su Telegram: ad oggi il 18enne diciottenne romano si trova agli arresti domiciliari per aver istigato Andrea a mettere fine alla propria vita.

La polizia ha scoperto nelle chat che il 18enne diceva ad un terzo utente di entrare in call e parlare con una persona deceduta, dicendo che questa aveva inviato il video del suo gesto. Dunque, lui era al corrente di quanto avrebbe fatto Prospero di lì a poco e avrebbe potuto impedirlo. Il giudice per le indagini preliminari Margherita Amodeo, tratte le conclusioni, ha anche vietato al 18enne romano qualsiasi tipo di comunicazione, mettendolo agli arresti domiciliari e proseguendo con le indagini per verificare se altri soggetti sono implicati in questa triste vicenda.

Nel frattempo, si continua ad indagare sui cinque cellulari e sulle innumerevoli schede Sim trovate nel monolocale di via del Prospetto, mentre gli esperti stanno anche cercando di filtrare tutte le informazioni contenute nel computer di Andrea.

Da qui è emerso che Andrea voleva andarsene dall’università, dallo studentato di via Bontempi in cui alloggiava e da tutte le ansie che provava quando si recava a mensa. Polizia e squadra mobile stanno cercando di ricostruire la sua rete di contatti virtuali per far luce sulla vicenda.

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