Andrea Papi e l’orsa Jj4: nessun colpevole, un’archiviazione che scuote la famiglia

L’archiviazione del caso di Andrea Papi, il 26enne coinvolto nell’incidente con l'orsa Jj4, ha provocato un grande senso di delusione nella sua famiglia, che non si arrende e continua a chiedere giustizia per evitare che simili episodi si ripetano.

Andrea Papi e l’orsa Jj4: nessun colpevole, un’archiviazione che scuote la famiglia

Il 5 aprile 2023, Andrea Papi, un giovane di 26 anni, è stato coinvolto in un incontro fatale con l’orsa Jj4, mentre percorreva un sentiero boschivo vicino alla sua abitazione, nel comune di Caldes. L’evento ha suscitato grande preoccupazione e discussioni sul tema della sicurezza nelle aree frequentate dalla fauna selvatica, ma l’archiviazione del fascicolo da parte della Procura ha sollevato molte domande, in particolare riguardo alla responsabilità di chi avrebbe potuto prevenire l’incidente.

Il gip di Trento, Enrico Borrelli, ha escluso ogni responsabilità per le persone coinvolte nella gestione della sicurezza del territorio, confermando la richiesta di archiviazione avanzata a luglio dello scorso anno. La famiglia di Andrea, pur consapevole che non vi erano colpe da parte di Andrea, ha espresso una grande delusione, commentando che l’archiviazione è stata percepita come un colpo difficile da affrontare.

È come un colpo al cuore“, hanno dichiarato i familiari, aggiungendo che speravano almeno di poter discutere la vicenda in tribunale, per fare chiarezza e sensibilizzare l’opinione pubblica su temi cruciali.Il giovane stava percorrendo una strada forestale ben definita, senza deviazioni o comportamenti rischiosi. Il giudice ha infatti confermato che Andrea stava seguendo il percorso in modo corretto e che non ha avuto alcuna responsabilità nell’incidente.

La dinamica dell’evento ha mostrato che Andrea non aveva alcun comportamento imprudente, e il suo percorso era completamente regolare. Le critiche della famiglia si concentrano sulla gestione dell’emergenza, in particolare sul monitoraggio dell’orsa Jj4, che frequentava quelle stesse strade, attratta dalla comodità del percorso. Dopo il malfunzionamento del collare radio nel 2022, sarebbero state necessarie misure di prevenzione, come tentativi di cattura e monitoraggio costante degli spostamenti dell’animale.

Purtroppo, non sono stati adottati provvedimenti in tal senso, lasciando la comunità vulnerabile. Inoltre, la famiglia ha sottolineato che non è stato mai informato il pubblico riguardo alla presenza dell’orsa nella zona, un aspetto che secondo loro avrebbe potuto contribuire a evitare l’incidente. La mancata attivazione di misure di dissuasione nei confronti dell’animale è un altro punto sollevato dalla famiglia, che evidenzia come queste carenze abbiano influito sull’esito della vicenda.

Nonostante l’archiviazione del caso, che impedisce l’avvio di un processo penale, la famiglia di Andrea non ha intenzione di arrendersi. I legali sono già al lavoro per intraprendere un’azione civile, nella speranza di ottenere un risarcimento per il danno subito e per prevenire situazioni simili in futuro. La famiglia non rinuncia a chiedere risposte e ad agire affinché venga fatta giustizia.In conclusione, sebbene l’archiviazione del caso abbia impedito il confronto diretto in aula, la vicenda solleva importanti riflessioni sul rapporto tra la fauna selvatica e la sicurezza pubblica.

La famiglia di Andrea, pur essendo consapevole dell’impossibilità di ottenere un processo penale, continua a lottare per una gestione migliore e più sicura delle aree dove gli esseri umani e gli animali selvatici entrano in contatto.

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