Circa 220 donne potrebbero essere le potenziali vittime di Claudio Pinti, sieropositivo che viaggiava per lavoro in tutta Italia e aveva rapporti sessuali non protetti. Il 36enne, autotrasportatore è stato arrestato per lesioni dolose gravissime. Ad incriminarlo è stato la sua partner, risultata anche lei positiva all’HIV in quanto l’uomo ha sempre nascosto la sua malattia.
Claudio Pinti definito “l’untore” è stato arrestato mercoledì, dopo la denuncia della sua compagna alle autorità. La donna ha saputo da un amico che il suo partner era affetto dall’HIV, ma quando ha chiesto spiegazioni, Pinti si è giustificato: “Ero sieropositivo, ma poi ho rifatto gli esami e non è risultato più niente. L’HIV non esiste, è una balla, sono i farmaci che ti ammazzano“.
La donna che ha scoperto il contagio e denunciato l’uomo ha dichiarato di sentirsi: “defraudata della libertà di scelta e ingannata sul suo stato di salute”. La relazione tra i due era iniziata a Febbraio, intenerita anche dal fatto che Pinti fosse rimasto vedovo giovane e con una bambina di 8 anni da crescere. Verso inizio Aprile la donna inizia ad accusare i primi malesseri simili a sintomi influenzali, come frequenti mal di gola e febbre. La scoperta avviene grazia ad un amico in comune che la mette in guardia sullo stato di salute di Claudio Pinti.
La denuncia arriva il 5 Maggio dalla donna che si rivolge alla Polizia, da lì partono le indagini e infine l’arresto. Si sospetta che siano oltre duecento i rapporti sessuali non protetti dell’uomo da undici anni, cioè da quando ha scoperto di essere sieropositivo.Pinti utilizzava i social e la rete per addescare donne e uomini con la quale avere rapporti senza precauzioni.
Il fascicolo aperto contro Pinti dal procuratore Irene Bilotta e dal pm Marco Pucilli, oltre all’accusa di lesioni gravissime dolose potrebbe aggiungersi anche quella di omicidio volontario. Infatti si sospetta che l’accusato abbia infettato anche Giovanna Gorini, compagna dell’uomo, morta il 24 giugno del 2017, a 32 anni dopo aver contratto l’HIV. Pare che lui le abbia impedito di curarsi.
Agli agenti, Claudio Pinti ha dichiarato: “In questi anni l’ho fatto con 228 partner diversi, se volete vi aiuto a cercarli”. La polizia ha già rintracciato alcune vittime, ma nel frattempo ha diffuso un numero di telefono, invitando altre “potenziali” vittime a contattare e farsi avanti: 071.2288595.