Anche a Brescia la “Culla per la Vita” accoglie i neonati abbandonati

A Brescia è stata attivata la "Culla per la Vita", una moderna versione delle antiche Ruote degli esposti, che accogliere in sicurezza neonati abbandonati, garantendo l'anonimato dei genitori naturali

Anche a Brescia la “Culla per la Vita” accoglie i neonati abbandonati

Tanti, troppi, ancora oggi, i casi di abbandono di neonati lungo le strade, davanti alle chiese o, addirittura gettati in cassonetti, da parte di mamme sole, emarginate, disperate.

Così, nel 2007, anche a Brescia, è stata attivata da parte degli Spedali Civili e grazie all’iniziativa promossa dal Rotary Rodengo Abbazia, la “Culla per la vita”, in via Pietro dal Monte (ingresso dipendenti), nel muro di cinta dell’ospedale, lato parco.

Questa culla salva bebè, consiste in una culla termica come quelle dei reparti di Ostetricia, è dotata di uno sportello che si apre a ribaltina, vi si accede dall’esterno dell’edificio degli ospedali, e nel cui interno l’ambiente è confortevole e assicura il benessere del neonato fino a quando non arriveranno i volontari e i medici della Croce Verde a prendersi cura di lui. Questi ultimi saranno avvisati da un segnale acustico che si attiva a seguito della chiusura della culla.

La “Culla della vita” può essere considerata l’erede dell’antica Ruota degli esposti, dove diversi secoli fa venivano lasciati i figli indesiderati, o a cui non era possibile provvedere per estrema povertà. Esposto stava, infatti, per “neonato abbandonato”.

La ruota degli esposti in Italia comparve nel 1178 grazie a Papa Innocenzo III che, a seguito dei tanti cadaveri di bimbi raccolti dai pescatori nelle acque del Tevere, stabilì che presso l’ Ospedale di Santo Spirito in Sassia, fossero accolti gli esposti. All’ inizio della seconda metà del 1800 si contavano nel nostro paese circa 1.200 ruote. A causa, però, dell’abuso che se ne fece (circa 40.000 neonati abbandonati ogni anno), il loro uso venne abolito ufficialmente nel 1923.

Il DPR 3 november 2000, n. 369, prevede la possibilità del parto in anonimato presso le strutture ospedaliere. Quindi, per legge, una donna può dichiarare al momento del parto che non vuole essere riconosciuta come madre del bambino. E così in anagrafe il neonato verrà registrato come “figlio di persona che non vuole essere nominata”. “E’ urgente costruire una nuova cultura dell’adozione: la Culla per la vita la invoca con il suo linguaggio muto – dice Carlo Casini, magistrato e Presidente del Movimento per la Vita Italiano -. Perchè, anche quando è vuota, dice: I bambini non buttano ma si accolgono. Se il singolo non può o non vuole, la società tutta intera deve farlo”.

Per ulteriori informazioni c’è il numero verde Sos Vita 8008 13000.

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