Amianto killer, 130mila euro di risarcimento alla figlia: "Nessuno riporterà indietro mia madre"

Luigia Cheli perse la vita per un mesotelioma dopo aver lavorato per anni alle centrali Enel esposte all'amianto. Stabiliti 130mila euro di risarcimento per la figlia, ma l’Enel potrebbe presentare appello.

Amianto killer, 130mila euro di risarcimento alla figlia: "Nessuno riporterà indietro mia madre"

Dopo il maxi risarcimento di 600mila euro alla famiglia di un 71enne che perse la vita dopo aver lavorato per anni a contatto con l’amianto, un’altra condanna segna un ulteriore passo importante nel tentativo di ottenere giustizia da parte delle famiglie delle vittime. Il tribunale di Roma ha infatti stabilito un risarcimento di 130mila euro nei confronti della figlia di Luigia Cheli.

La donna, originaria di Volterra e residente a Monteverdi Marittimo (Pisa), per 14 anni aveva coperto diverse mansioni presso le centrali Enel di Serrazzano e Lardarello, “da addetta alle pulizie delle turbine, dei trasformatori e della sala macchine ad addetta alla lavanderia delle tute utilizzate dagli operai fino al ruolo di segretaria“, spiega la figlia Daniela Barsotti,

Tutte mansioni che la portarono a lavorare a stretto contatto con le polveri di amianto, dato che era presente ovunque, dai magazzini generali alla mensa aziendale, essendo i forni coibentati con il pericoloso minerale. Dopo 26 anni di pensione, a gennaio del 2017 arrivò la diagnosi di mesotelioma pleurico epiteliomorfo, che dopo mesi di sofferenze la portò a perdere la vita a settembre dello stesso anno.

Lei ha sempre messo sempre il lavoro davanti alla famiglia, e questo è stato il risultato“, commenta la figlia. Ora il Tribunale di Roma  ha condannato Enel per il decesso della donna, con un risarcimento di 130mila 642 euro alla figlia. “Il Tribunale ci ha dato ragione“, ha commentato la figlia, che contattò i legali nel 2018, poco dopo il decesso della madre ed avrebbe dovuto vedere una prima udienza nel 2020, poi saltata a causa della pandemia.

Quando ho cominciato questo percorso, assistita dal presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, l’avvocato Ezio Bonanni, credevo che in un certo senso mi sarei sentita più leggera, ma il dolore è ancora tanto. E 130mila non è nulla in confronto alla perdita di una madre“. La vicenda potrebbe però non essere finita, dato che Enel ha annunciato che “si riserva comunque ogni più approfondita valutazione a valle del deposito delle motivazioni della sentenza, anche ai fini di un possibile appello“.

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