Un’amara scoperta per una coppia al rientro dalle vacanze. La coppia aveva lasciato la casa ad un’amica che era stata poi beccata dalla polizia per prostituzione, approfittando dell’assenza dei due coniugi. La vicenda è accaduta ad Ancona, in un’abitazione di via Pergolesi, e risale al 2012. Solo adesso è avvenuta però la condanna anche per la donna di origine dominicana, 32 anni, perché ritenuta responsabile di favoreggiamento alla prostituzione e sottoposta alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione, pena per ora sospesa. A dare la condanna è stato il giudice di Ancona Paolo Giombetti, che ha riconosciuto nella donna l’azione di favoreggiamento.
La donna è stata ritenuta complice nella vicenda, nonostante lei avesse finora sostenuto il contrario. La donna è stata difesa dall’avvocato Giacomo Curzi, e ha sempre affermato di non sapere nulla di ciò che combinava l’amica nel suo appartamento. La vicenda si era svolta così: mentre la dominicana doveva partire per la Toscana con il marito, una connazionale le chiese la casa in prestito per qualche giorno perché doveva sbrigare dei colloqui di lavoro e non sapeva dove alloggiare. La donna non faceva colloqui, ma attirava nella casa clienti per prostituirsi, mettendo annunci sui vari siti internet per spargere la voce. Il viavai insospettì i vicini che chiamarono la polizia.
Con uno stratagemma un’agente colse la donna in flagrante di reato: fingendosi un cliente, la contattò il 31 luglio del 2009, e naturalmente riuscì ad accertare che la donna svolgeva attività di prostituzione all’interno di quella casa. Al momento della confessione, la prostituta dichiarò che la proprietaria dell’appartamento ne era a conoscenza, e da qui scattarono le denunce anche per lei. La difesa ha sempre sostenuto che la proprietaria dell’appartamento non sapeva nulla, e non avrebbe mai permesso all’amica di usare il suo appartamento come sede per prostituirsi. Aveva invece trovata comoda la soluzione di far contribuire un’altra persona alle spese dell’appartamento mentre lei non c’era, ma la versione non ha convinto il giudice. Per questo motivo le ha inflitto una pena, anche se minima, per la quale però il legale della donna ha già presentato ricorso.