Amanda Knox, nuove dichiarazioni sul caso Meredith: "Tornerò in Italia e rivedrò sicuramente Sollecito"

Durante un'intervista a una radio norvegese, Amanda Konx parla del caso Meredith e rivela il suo desiderio di tornare nel nostro Paese. Ecco cosa ha dichiarato.

Amanda Knox, nuove dichiarazioni sul caso Meredith: "Tornerò in Italia e rivedrò sicuramente Sollecito"

Amanda Knox torna a parlare del caso Meredith Kercher, uccisa a Perugia nel 2007. Un caso difficile che aveva profondamente scosso l’opinione pubblica e l’aveva nettamente divisa: da una parte coloro che credevano all’innocenza di Amanda Knox e di Raffaele Sollecito, dall’altra i colpevolisti che a questa innocenza non hanno mai creduto.

Sia la Knox che Sollecito sono stati ritenuti colpevoli e hanno scontato la loro pena, per poi arrivare, anni più tardi, alla sentenza definitiva che li ha assolti da tutti i capi d’accusa. Una sentenza che ha fatto molto discutere, soprattutto per l’assenza di Amanda che, nel frattempo, aveva fatto ritorno in America.

Amanda Knox vuole tornare in Italia

Ora, attraverso i microfoni di una radio norvegese, la Knox torna a parlare di questo triste avvenimento, rivelando la sua volontà di tornare in Italia, nonostante in molti la reputino ancora colpevole dell’omicidio della povera Meredith: “Ho ancora una relazione complicata con l’Italia, ma non la odio e ci tornerò presto. Parlo ancora facilmente italiano. Ho amici italiani, ma tanti italiani pensano ancora che io sia colpevole. Pensano che io sia ‘Foxy Knoxy’ e una put**na“.

Amanda Knox è un fiume in piena e non perde occasione per parlare anche di Giuliano Mignini, il procuratore di Perugia che l’aveva accusata di omicidio ed espone una sua personale spiegazione sul perché l’abbia sempre considerata colpevole: “Per capire cosa mi ha fatto, non mi sarebbe d’aiuto se dicessi che è solo un uomo malvagio. Ho scoperto dal documentario televisivo sul mio caso che è padre di quattro figlie. Quando vide cosa accadde a Meredith, si identificò immediatamente con la sua famiglia e voleva trovare un responsabile a tutti i costi. Ma non si rendeva conto che quell’impulso di andare avanti lo stava anche mettendo in un tunnel. Lo rendeva incapace di vedere oltre il suo pregiudizio”. Rivela, inoltre, che le piacerebbe tanto un confronto con il procuratore per sentire se, durante questi anni, abbia cambiato idea su di lei. La Knox è fermamente convinta che a commettere l’atroce delitto sia stato Rudy Guende.

L’esperienza del carcere e il rapporto con Raffaele Sollecito

La reclusione nel carcere – prosegue Amanda – l’ha profondamente segnata e si continua a portare dietro i segni di questa esperienza: la Knox infatti rivela di aver avuto un attacco di panico durante la visione di un film italiano a Seattle. Nella pellicola gli attori parlavano napoletano e lei ha sentito questo dialetto soltanto durante la sua reclusione. Amanda confessa di essersi sentita battere forte il cuore e per questo è uscita dal cinema sotto shock.

Infine, torna a parlare anche di Raffaele Sollecito e del complicato rapporto con lui. La ragazza ammette di provare ancora interesse, ma la loro storia è destinata a non avere un futuro: ” Lui è importante per me, ma ci conosciamo come sopravvissuti ad un evento molto traumatico. (…) Quando ci vediamo tutti i brutti ricordi tornano a galla. Raffaele ha lavorato sodo per riavere la sua identità e per trovare la sua strada. Poiché ero ‘Foxy Knoxy’ tutti mi odiavano, mentre lui era considerato nessuno. Nulla lo collegava a questo crimine, eppure il suo Paese lo ha tenuto in prigione per quattro anni e sotto processo per otto. Non ci vediamo spesso, ma quando viene a Seattle cena con la mia famiglia. E quando andrò in Italia, lo vedrò sicuramente“.

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