La vicenda che ha colpito la comunità di Villongo, in provincia di Bergamo, ha portato alla chiusura di un’inchiesta che getta luce su possibili responsabilità nella gestione della sicurezza di un’area giochi pubblica.
Secondo quanto emerso, la piccola Ritaj Lahmar, 6 anni, ha perso la vita il 2 settembre 2024 mentre giocava al Parco Don Agostinelli, a seguito di un episodio che avrebbe potuto essere evitato con un intervento di manutenzione dal costo di circa 150 euro.
L’indagine, coordinata dalla pm Letizia Alonso, vede cinque persone indagate per ipotesi di omicidio colposo. Tra queste figurano il sindaco di Villongo, Francesco Micheli, l’ex assessore ai Lavori pubblici Giuseppe Vigani e tre funzionari comunali che, dal 2022, si sono alternati alla guida dell’ufficio tecnico: Santina Crevena, Alfredo Zappella e Nunzio Pantò. Secondo gli atti, già nel marzo 2022 era giunta all’ufficio tecnico una segnalazione che indicava lo stato critico dell’altalena, una struttura inclusiva pensata per bambini con disabilità.
L’ispezione aveva evidenziato la presenza di crepe, danni dovuti a vandalismi e, soprattutto, la rottura della catena che avrebbe dovuto limitare l’oscillazione. Nella stessa comunicazione venivano proposte diverse soluzioni, dalla riparazione della catena per 150 euro alla sostituzione completa, con preventivi fino a 900 euro.
Nonostante ulteriori solleciti, nessun intervento venne realizzato. La sera del 2 settembre 2024, Ritaj stava giocando con altri bambini sulla struttura quando, a seguito di una caduta, venne colpita dalla pedana in ferro. Le lesioni riportate si rivelarono irreversibili, e ogni tentativo di soccorso si rivelò vano.
Le indagini hanno acceso i riflettori su possibili carenze di vigilanza e manutenzione. Secondo l’accusa, sia l’ex assessore sia i responsabili dell’ufficio tecnico avrebbero dovuto provvedere alla messa in sicurezza della giostra. Gli inquirenti ritengono inoltre che sindaco e assessore fossero informati della situazione, ipotesi che entrambi respingono chiedendo di poter fornire nuove dichiarazioni.
Il caso ha suscitato un ampio dibattito sull’importanza della cura delle aree gioco pubbliche e sulla necessità di rispondere con prontezza alle segnalazioni di pericolo. Episodi come questo ricordano che la prevenzione passa anche da piccoli interventi tempestivi, in grado di garantire la sicurezza di spazi frequentati quotidianamente da bambini e famiglie. L’esito finale del procedimento giudiziario determinerà le eventuali responsabilità, ma resta il dato che un’azione rapida e mirata avrebbe potuto evitare conseguenze così gravi. La comunità di Villongo attende ora che si faccia chiarezza, con l’auspicio che simili situazioni non si ripetano più in futuro.