Allevatore ucciso nel reggino: fermato collega marocchino

Il marocchino ha ammesso l'omicidio, sorto per questioni di gelosia: lo straniero inviava messaggi alla moglie della vittima di cui si era invaghito. I sospetti dei carabinieri sorti dopo aver trovato le ciabatte dell'uomo sul luogo del delitto

Allevatore ucciso nel reggino: fermato collega marocchino

I carabinieri hanno arrestato lunedì notte il 28enne marocchino che era stato posto sotto interrogatorio nella caserma di Castelnovo Monti, in provincia di Reggio Emilia, con l’accusa di aver assassinato il collega Andrea Germini, 32 anni. Il cadavere dell’allevatore era stato trovato sul greto del fiume Secchia e il marocchino aveva tentato di bruciare il cadavere. L’uomo alla fine ha ammesso di aver ucciso il Germini, e ha anche confessato il movente, che era la gelosia. L’uomo infatti inviava messaggi alla moglie della vittima, di cui si era fortemente invaghito.

A dare l’allarme ai carabinieri è stata una donna, che lunedì mattina verso le 9 era andata in quel luogo per fare sport. La donna ha sentito qualcuno gridare e subito ha chiamato il 112. Poco dopo è arrivata una pattuglia dei carabinieri e ha trovato il cadavere che ancora ardeva. Mentre stavano perlustrando la zona, i carabinieri hanno trovato, lungo la strada carraia che porta al fiume, l’auto di Germini, una Ford Fiesta. A questo punto sono arrivati i rinforzi che hanno provveduto a fermare l’uomo che lavorava con la vittima: i sospetti erano emersi quando i carabinieri avevano trovato le ciabatte dell’uomo sul luogo dell’omicidio, infatti al momento dell’arresto l’uomo era scalzo, segno evidente che si era allontanato da poco dal luogo del delitto.

Le indagini, coordinate da Luisa Serranti, sostituto procuratore di Reggio Emilia, hanno rivelato che il marocchino era un amico di famiglia e anche collega della vittima: entrambi lavoravano in un’azienda agricola. Il marocchino si era follemente invaghito della moglie dell’amico allevatore, e forse in un impeto di gelosia, avrebbe ucciso colui che riteneva il suo rivale in amore. Ulteriori dettagli saranno resi noti nella conferenza stampa che il sostituto procuratore rilascerà a breve, e dove saranno evidenziati i particolari del movente. Nell’attesa, l’uomo è stato già condotto in carcere, dove sconterà la pena che gli sarà assegnata in futuro nel processo.

Un’altra storia di delitto passionale, compiuto da chi perde la testa per storie a volte impossibili, fino ad uccidere, credendo di eliminare così l’ostacolo principale tra loro e la persona desiderata.

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