Alessandria: segue il marito in Siria, condannata per terrorismo

Lara Bombonati, in carcere da due anni e cinque mesi, ha ricevuto ieri la sentenza dalla corte d'assise di Alessandria: pena di due anni e otto mesi per associazione con finalità di terrorismo.

Alessandria: segue il marito in Siria, condannata per terrorismo

Definita foreign fighter italiana, Lara Bombonati, è stata condannata a 2 anni e 8 mesi con l’accusa di associazione con finalità di terrorismo. La corte d’assise di Alessandria, dopo oltre 2 anni, ha espresso la sentenza: la giovane è “ritenuta colpevole di aver fiancheggiato associazioni terroristiche di matrice islamica mentre era in Siria” scrive torino.repubblica.it.

Lara Bombonati era stata arrestata nella seconda metà di giugno del 2017 a Tortona, in provincia di Alessandria. Non aveva una casa “sua”, la notte dell’arresto si trovava presso la casa della sorella gemella, Valentina. La giovane si era sposata con Francesco Cascio, e con lui aveva aderito alla fede islamica. Del marito Francesco, combattente italiano in Siria, si dice che sia morto in battaglia.

La ventottenne, verso le 12:30, è entrata in aula per ascoltare la sentenza: 2 anni e 8 mesi di carcere, scontati i quali Lara Bombonati dovrà vivere un anno in comunità. Lorenzo Repetti, avvocato difensore, commentando la sentenza, ha affermato: “Sono convinto che a breve verrà scarcerata, perché non ci sono più le esigenze cautelari“. In seguito, il legale ha fatto notare che la sua assistita ha già scontato quasi tutta la pena prima ancora della sentenza, avendo già vissuto 2 anni e 5 mesi in carcere.

Il legale della ventottenne non esita a dire che “Lara va curata. E’ stato accertato dai periti che ha disturbi di personalità”. La giovane ha bisogno di una comunità idonea per essere curata. Lara, ha riferito Reperti, è delusa per non essere stata creduta dalla corte quando ha riferito “di essersi recata in Siria per seguire il marito, cui era legata e non poteva dire no per il disturbo di personalità dipendente.

Presenti in aula c’erano la sorella, i genitori, e la suocera. Interrogato dai giornalisti, il padre della giovane ha affermato: “Non sono la persona adatta per esprimere un giudizio“. Le motivazioni della sentenza verranno depositate tra 90 giorni.

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