Alberto Stasi condannato a 16 anni. Deve anche risarcire un milione di euro

I giudici della Corte d'Assise di Milano hanno condannato Alberto Stasi a 16 anni e a un risarcimento di 1 milione di euro. I genitori di Chiara si sono commossi dopo la lettura della sentenza

Alberto Stasi condannato a 16 anni. Deve anche risarcire un milione di euro

Dopo 7 anni arriva la sentenza: Alberto Stasi è stato condannato a 16 anni dalla corte d’Assise d’Appello di Milano nel processo d’appello bis per aver ucciso la fidanzata Chiara Poggi.

Per l’omicidio, avvenuto nel 2007 a Garlasco, inizialmente Stasi era stato assolto sia in primo che in secondo grado ma poi la Cassazione ha annullato l’appello. Oltre al carcere Stasi dovrà risarcire ai familiari della vittima 350mila euro a ogni genitore di Chiara e 300mila euro al fratello Marco, per un totale di un milione di euro. La condanna del risarcimento è immediatamente esecutiva. Alberto, come dicono gli amici, è sconvolto da questa sentenza, mentre invece la mamma di Chiara ha dichiarato di essere soddisfatta della sentenza. 

Ecco le parole della mamma:”Adesso guarderò Chiara e le dirò ‘ce l’hai fatta‘”. La donna dice di non aver mai mollato e di aver sempre cercato la giustizia, che oggi finalmente è arrivata. Anche l’avvocato dei Poggi, Gian Luigi Tizzoni e il collega Francesco Compagna, sono visibilmente sollevati da questa sentenza, e hanno dichiarato: “Ci aspettavamo la verità per Chiara e oggi abbiamo avuto una risposta”.

Anche il genetista forense Marzio Capra, consulente della famiglia Poggi, ha dichiarato: “Siamo soddisfatti, le nostre valutazioni tecniche erano molto forti e valide. Come consulente faccio delle valutazioni dal punto di vista tecnico non ci capita tutti i giorni di seguire un processo così dall’inizio alla fine e questo è stato molto istruttivo anche per fare meglio il nostro lavoro in futuro”.

La pena inferiore attribuita a Stasi è dovuta al fatto che non è stata riconosciuta l’aggravante della crudeltà: il delitto è stato qualificato come omicidio “semplice”. Giustizia è fatta dunque, ma ai genitori di Chiara nessuna sentenza potrà mai ridare loro la figlia perduta, che ricordano sempre come una ragazza allegra, piena di vita, sempre sorridente.

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