Al via a Milano i lavori della Youth4Climate

La conferenza introduttiva della riunione preparatoria in vista della Cop26, la Convenzione delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico che si terrà a Glasgow a fine ottobre, si è aperta a Milano ed è subito scontro

Al via a Milano i lavori della Youth4Climate

Ha ufficialmente preso il via questa mattina presso il Mico, il centro congressi di Milano, Youth4Climate, la conferenza sul cambiamento climatico alla quale parteciperanno 400 giovani provenienti da tutto il pianeta in rappresentanza delle 197 nazioni aderenti all’ONU.

La conferenza, i cui lavori dureranno fino al 30 settembre, ha lo scopo di elaborare un documento da presentare alla Pre-Cop26, la riunione, sempre a Milano, di 50 ministri dell’ambiente più una selezione di scienziati che ha il compito di predisporre i lavori preparatori in vista della Cop26, la conferenza annuale dell’ONU sui cambiamenti climatici in programma a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre prossimi.

L’apertura di Youth4Climate, alla presenza del presidente della Cop26 Alok Sharma, del segretario esecutivo della Unfccc (Convenzione delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico) Patricia Espinoza, del Sindaco di Milano Giuseppe Sala e del Ministro per la Transizione Ecologica Roberto Cingolani, ha visto la presenza e l’intervento della protagonista della battaglia contro il cambiamento climatico di questi anni, l’attivista svedese Greta Thumberg.

Nel suo intervento la ragazza di Stoccolma non ha perso occasione per bacchettare i grandi della terra, accusati di spendersi solo in chiacchiere senza far nulla di decisivo per cambiare il processo che sta alterando in modo irreversibile il clima e compromettendo la vita futura del pianeta.

Infatti, mentre i governi del mondo fanno finta di ascoltare le proteste dei ragazzi e si perdono in chiacchiere, si continuano ad aprire miniere di carbone e a sfruttare i giacimenti fossili per produrre energia.“Guardate i dati, la scienza non mente, stiamo andando nella direzione sbagliata” ha detto l’attivista svedese che ha definito il comportamento di chi ha in mano le sorti del mondo un vero e proprio “tradimento”, anche nei confronti della parte più povera del pianeta poiché la crisi climatica è prima di tutto, una crisi sociale dovute alle disuguaglianze e al colonialismo che ancora caratterizza i rapporti tra gli stati più potenti e quelli più svantaggiati. “Noi vogliamo la giustizia climatica e la vogliamo ora” è lo slogan scandito da Greta Thumberg e ripreso dalla platea dei giovani.

Le ha fatto eco Vanessa Nakate, attivista ugandese: “L’Africa è responsabile solo del 3% delle emissioni globali ma gli africani subiscono gli impatti maggiori del cambiamento climatico” ha affermato Vanessa che al termine del suo discorso si è fatta prendere dalla commozione.

Le proteste dei giovani sono utili, ma occorre trovare soluzioni” ha affermato nel suo intervento il ministro Cingolani: “Spero che oltre alle proteste ci aiuterete a identificare nuove soluzioni visionali”.

A parte che nessuno ha capito cosa siano le “soluzioni visionali” evocate dal responsabile del dicastero per la transizione ecologica, il tono del suo intervento è apparso piuttosto improntato a un paternalismo di maniera, specialmente quando ha affermato di parlare anche come scienziato e come padre di tre bambini.

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