Da sabato pomeriggio si sono accesi i riflettori su Naro, un comune con meno di 8.000 abitanti, in provincia di Agrigento, dopo che due persone sono state arrestate con l’accusa di maltrattamenti e di sequestro di persona.
Le indagini della procura della Repubblica di Agrigento sono partite grazie ad una segnalazione non lasciata cadere nel vuoto da parte dei Carabinieri. Le persone arrestate sono due coniugi, i tutori del giovane affetto da problemi psichici.
La ricostruzione dei fatti
Una serie di pedinamenti ed intercettazioni hanno convinto i Carabinieri della compagnia di Licata, coordinati da Luigi Patronaggio, procuratore capo di Agrigento e dalla sostituta Gloria Andreoli ad arrestare i due coniugi tutori.
Le telecamere installate di nascosto hanno potuto dimostrare agli investigatori quanto avveniva dentro la casa dove il giovane disabile trascorreva le sue giornate. Il giovane veniva segregato dai due tutor che gli tenevano una catena al piede, sotto la morsa dei maltrattamenti. L’investigazione, oltre alle cimici, è continuata poi con pedinamenti ed intercettazioni che pian piano hanno potuto ricostruire le giornate di orrore vissute dal giovane disabile con problemi psichici.
Il giovane era stato affidato a due parenti residenti in città perché lo accudissero secondo le necessità del caso; questi, invece, lo hanno legato e maltrattato trasformando l’azione di cura in gravi momenti di orrore. I due tutori, arrestati sabato pomeriggio, ora sono accusati di maltrattamenti e sequestro di persona.
Maria Grazia Brandara, sindaco del piccolo comune di Naro, ha confermato la notizia ormai palese: “Ho appena appreso la notizia dell’arresto di due coniugi accusati di avere tenuto incatenato un giovane disabile”. Poi non ha esitato a commentare così il fatto: “Una vergogna che ferisce la nostra comunità” aggiungendo, infine: “Certa di parlare a nome di tutti i miei concittadini, ritengo che comportamenti del genere siano inqualificabili, esecrabili e meschini“.