Aggressione al cronista Abbate, catturato uno degli inseguitori

Una nuova intimidazione al cronista dell'Espresso Lirio Abbate, che vive sotto scorta da tempo. Due inseguitori li hanno tallonati ma un agente è riuscito ad acciuffare l'autista. L'altro è scappato ma ha perso i documenti

Aggressione al cronista Abbate, catturato uno degli inseguitori

Brutta vicenda per un cronista dell’Espresso, accaduta tra martedì e mercoledì. Lirio Abbate, che da anni lavora per l’Espresso stava lasciando la redazione del giornale attorno alle 22, orario consueto dopo una giornata di lavoro. Il palazzo dove ha sede l’Espresso e Repubblica si trova in Largo Fochetti, nel quartiere Eur, e Lirio si muove per tornare a casa con la sua scorta, che da tempo ormai lo accompagna. Presto la scorta si accorge che una Renault Clio li sta seguendo e arrivati nel Lungotevere al punto del ponte Mazzini la scorta scatta per bloccare l’auto.

L’auto su cui viaggia Abbate, speronata dalla Clio, fa una brusca frenata. Immediatamente la Clio fa marcia indietro dirigendosi all’incrocio di corso Vittorio Emanuele, ma un agente della scorta la raggiunge saltando sul cofano di un’altra vettura, aggredisce l’autista della Clio e lo getta a terra. In quello stesso istante il complice fugge ma gli cadono i documenti. Tutto avviene in pochissimi minuti, ma la paura che sarebbe potuto finire peggio è stata davvero tanta.

l ragazzo che era alla guida della Clio ha vent’anni, è incensurato e non ha mai avuto a che fare con la Polizia, mentre il complice che è fuggito è uno straniero. Alle domande rivolte dalla polizia il ragazzo non ha voluto rispondere, anzi ha finto di essere in stato confusionale. Il giovane è stato già rimesso in libertà, ma è allerta nel Dipartimento di Pubblica sicurezza perché l’aggressione è la seconda a qualche mese di distanza. Infatti, un altro episodio di aggressione, finora non pubblicizzato per motivi di sicurezza, era accaduto a metà settembre: in quel caso un parcheggiatore aveva segnalato alla scorta di Abbate una macchina parcheggiata senza talloncino di parcheggio, macchina risultata poi rubata. All’interno della vettura fu trovato un proiettile di grosso calibro e un biglietto con scritto che è un “regalo” destinato ad Abbate.

Una chiara minaccia di morte, che adesso sembra ripetersi a distanza di brevissimo tempo. Forse i due uomini di quest’agguato sono gli stessi di allora, ma chi sono? Forse i suoi nuovi nemici, che lo minacciano come era accaduto anche a Palermo, e adesso a Roma non è cambiato nulla.

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