L’Agenzia delle Entrate di Agrigento è in piena crisi, su di essa gravano accuse di corruzione, falso ideologico e materiale, truffa e abuso d’ufficio, motivi per cui vi sono stati ben quindici arresti tra cui imprenditori, dipendenti pubblici infedeli, funzionari e dirigenti locali dell’Agenzia.
Gli uffici coinvolti che la Guardia di Finanza ha preso di mira per i loro reati sono stati la direzione, l’ufficio controlli-area accertamenti, l’ufficio legale e l’ufficio accertamento della direzione regionale delle entrate di Palermo.
Tra i provvedimenti cautelari del Gip di Agrigento, vi sono Vincenzo Tascarella, funzionario dell’Agenzia, che è stato arrestato, Antonio Vetro, Giuseppe Cumbo e Giuseppe Castronovo anch’essi arrestati, Pietro Pasquale Leto, ex dirigente in servizio alla direzione regionale delle Entrate di Palermo e direttore della direzione provinciale delle entrate di Agrigento, che è agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico, così come Marco Campione, presidente di Girgenti Acque, il consorzio che si occupa della distribuzione idrica nell’Agrigentino.
La Procura di Agrigento ha rilasciato una dichiarazione con testuali parole: “Nella sua qualità di pubblico ufficiale Tascarella accettava la promessa di una somma di denaro per omettere atti del proprio ufficio e/o per compiere atti contrari ai propri doveri d’ufficio…. Tascarella accettava la promessa della somma di denaro per favorire l’annullamento dell’avviso di accertamento da lui stesso emesso con un provvedimento di autotutela…- piegando-… la propria funzione istituzionale di funzionario dell’agenzia delle Entrate all’interesse della società contribuente”.
Altri arresti domiciliari sono spettati anche a Filippo Ciaravella, Salvatore La Porta, Michele Daina e Antonino Migliaccio, mentre sono stati momentaneamente disabilitati dall’esercizio della professione medica il Dr. Giovanni Crapanzano e il Dr. Santo Pitruzzella.
Ad occuparsi degli arresti e degli altri provvedimenti intrapresi dal Gip vi sono stati Francesco Provenzano, su richiesta del procuratore Renato Di Natale, dell’aggiunto Ignazio Fonzo e del sostituto Andrea Maggioni del dipartimento reati economici.