Adelina annuncia in un video il suo suicidio: "Nessun aiuto, mi troveranno in una tomba"

Adelina Sejdini era una guerriera che ha lottato fino all'ultimo per vedersi riconosciuta la cittadinanza italiana. Inascoltata dallo Stato, sabato 6 novembre si è suicidata, lanciandosi dal ponte Garibaldi.

Adelina annuncia in un video il suo suicidio: "Nessun aiuto, mi troveranno in una tomba"

Adelina Sejdini, 46 anni, si è suicidata il 6 novembre scorso per non aver ricevuto la cittadinanza italiana. Il suo disperato grido d’aiuto è caduto nel vuoto. La sua storia è quella di una donna abbandonata dallo Stato italiano a cui ha chiesto la cittadinanza italiana invano e per cui ha dato tutto, aiutando gli inquirenti a sgominare la banda di sfruttatori che costringeva lei e le sue connazionali a prostituirsi. 

Tanti i suoi appelli, rimasti inascoltati, rivolti al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e agli altri rappresentanti delle istituzioni. Le sue ultime parole prima di morire, affidate ad un video in cui dice: “Questa notte mi troverete dentro una tomba” e poi l’appello a chi le ha voluto bene: “Fate quello che vi ho detto, diventate la mia voce, morta per morta, spero che altre Adeline avranno quello che non ho avuto io”. 

La storia di Adelina

Adelina è stata rapita a 15 anni, stuprata e poi costretta ad attraversare l’Adriatico in un gommone per prostituirsi in Italia, fino a ribellarsi ai suoi aguzzini, facendoli arrestare, sgominando una banda di sfruttatori albanesi che l’avevano costretta a vendere il suo corpo. Sabato 6 novembre Adelina si è lanciata dal Ponte Garibaldi, portando con sè il coraggio con cui aveva sconfitto chi le tagliò una gamba con le forbici e cospargendo le ferite di sale per farle più male. 

Adelina di coraggio ne ha avuto tanto anche quando, da guerriera, ha iniziato la battaglia contro il cancro al seno e gli innumerevoli cicli di chemioterapia, oltre agli interventi chirurgici. Invalida al 100%, al momento del rinnovo del permesso di soggiorno a Pavia, si è vista offrire la cittadinanza albanese.

L’ennesimo schiaffo alla sua dignità. Lei che voleva semplicemente restare in Italia, ricevendo la tutela e la protezione che le spettavano. La donna non sarebbe mai potuta tornare in Albania dopo aver fatto sgominare la banda di sfruttatori albanesi che l’aveva costretta a prostituirsi. Una storia drammatica, di una donna dimenticata da tutti. Le sue amiche chiedono che la cittadinanza italiana le sia data almeno ora, postuma. Servirà a capire che la cittadinanza salva le vite.

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