È stato colpito da un malore improvviso domenica 12 dicembre, mentre era in compagnia di persone nell’agriturismo di famiglia e ogni soccorso è stato, purtroppo, inutile. Cosi’ si n’è andato l’ex calciatore Stefano Forgione.
Il 42enne, che aveva vestito la casacca dell’11 toscano Balconevisi, se n’è andato all’improvviso, lasciando nel dolore i suoi familiari e tutti coloro che, lavorativamente e umanamente, gli hanno voluto bene.
Chi era Stefano Forgione
Residente a San Romano di Montopoli, la sua vita è stata scandita anche dai campionati di calcio Uisp a cui ha partecipato con grande impegno e personalità. Ex Molinese, è entrato in pianta stabile all’Us Balconevisi, la squadra di calcio dell’omonima frazione di San Miniato.
Tanti anni sui campi, tra cui la storica stagione 2000/2001 in seconda divisione. I rossoblù in quel frangente si aggiudicarono 36 dei 40 punti a disposizione e Stefano Forgione si laureò capocannoniere dei campionati UISP con ben 26 gol su 20 partite. Da qualche anno, dopo un infortunio, non giocava più ma aveva mantenuto i legami con la squadra. La salma è esposta alla cappella di San Romano fino a ieri, martedì 14 dicembre.
I messaggi di cordoglio
Sulla pagina ufficiale della società e sui social si sono susseguiti una infinità di messaggi di cordoglio: “Ieri ci ha lasciato Stefano, un grande amico. Un nostro compagno di squadra con il quale abbiamo condiviso tanti anni sui campi”;”ha lasciato una traccia indelebile nella storia dell’Us Balconevisi con i suoi goal spettacolari, ma soprattutto con la sua allegria e la sua passione. Ciao Stefano, sarai sempre parte della nostra grande famiglia”.
Struggente l’addio dato dall’amico Marco Nacci, che ricorda gli allenamenti a Corazzano, le cene al ristorante Genovini, la sua velocità sul campo da gioco, la sua tenerezza sfrontata, la sua cazzonaggine imprenscindibile, il coro per prenderlo in giro, i suoi capelloni e la sua risata vibrante. Ma i ricordi si allargano alla capacità di correre “cosi’ dinoccolato” e forte nell’allungo, al giornale locale che una volta li dedicò un articolo intitolato “Forgione il bomber che si diverte”, all’ironia, all’autoironia, al suo atavico fiuto del goal, sino alla passione per la poesia e per la letteratura.