Addio a Franco Battiato, morto a 76 anni

Lutto nel mondo della musica, si è spento il noto cantautore catanese Franco Battiato. A dare la notizia i familiari che ringraziano tutti per i messaggi.

Addio a Franco Battiato, morto a 76 anni

È morto questa mattina nella sua residenza di Milo Franco Battiato, nato a Jonia il 23 marzo del 1945, aveva 76 anni. Ad annunciarlo è stata la sua famiglia. Numerosi i messaggi di cordoglio giunti da ogni parte.

Era malato da tempo ed era uscito da alcuni anni dai riflettori del mondo dello spettacolo, dopo la frattura al femore e al bacino nel 2017, era riapparso sporadicamente solo sui social. Negli ultimi anni intorno al compositore e maestro c’era stato grande riserbo per quanto riguarda le sue condizioni di salute. “Ci la lasciato un Maestro. Uno dei più grandi della canzone d’autore italiana. Unico, inimitabile sempre alla ricerca di espressioni artistiche nuove. Lascia una eredità perenne“: così il ministro della Cultura, Dario Franceschini, rende omaggio a Franco Battiato.

Fin da giovanissimo scopre il suo talento per la musica e all’ età di 19 anni si traferisce a Milano dove conosce Giorgio Gaber che gli procura un contratto con la casa discografica Jolly e da li ha inizio la sua lunga carriera. Politicamente schierato a sinistra, è stato anche assessore al Turismo della regione Sicilia nella giunta di Rosario Crocetta.

Nella sua lunghissima carriera ha realizzato brani indimenticabili come La cura, Centro di gravità permanente, Voglio vederti danzare, Povera patria. Ha ottenuto una grande popolarità spaziando tra generi diversissimi dalla musica pop a quella colta, toccando momenti di avanguardia, ha sperimentato l’elettronica, si è misurato con la musica etnica e con l’opera lirica. Ha diretto anche diversi film tra cui Perduto amor, con cui ha vinto il Nastro d’argento come miglior regista italiano esordiente, e Musikante su Ludwig van Beethoven presentato alla Mostra del cinema di Venezia.

Artista mai banale, è stato uno degli innovatori della musica italiana, aveva portato avanti la sua rivoluzione combattendo gli stereotipi, le rime facili, i mielosi sentimentalismi. Ha fatto innamorare intere generazioni con la sua inconfondibile musica e lascerà un vuoto immenso nel panorama musicale italiano. L’atto della composizione era per lui il più sublime e insostituibile dei gesti umani, l’unico in grado di elevarci, di portarci in prossimità di quella verità che ha inseguito per tutta la vita, fino all’ultimo dei suoi giorni terreni.

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