Felix Baumgartner, il celebre paracadutista austriaco noto in tutto il mondo per le sue imprese estreme, ha perso la vita all’età di 56 anni a seguito di un improvviso malore durante un volo in parapendio. L’incidente è avvenuto nel pomeriggio di giovedì 17 luglio 2025 sulla costa di Porto Sant’Elpidio, nelle Marche, dove l’uomo stava volando in autonomia sopra una struttura turistica.
Secondo una prima ricostruzione, avrebbe perso conoscenza mentre era in volo, precipitando senza controllo e finendo nella piscina dell’hotel sottostante. Durante la caduta il parapendio ha colpito anche una ragazza, che ha riportato ferite non gravi
Le autorità hanno confermato che Baumgartner, al. momento dell’impatto, era già privo di sensi, probabilmente a causa di un arresto cardiaco sopraggiunto in volo. I soccorsi sono giunti immediatamente sul posto, ma ogni tentativo di rianimazione si è rivelato vano. La notizia della sua scomparsa ha rapidamente fatto il giro del mondo, suscitando una profonda commozione tra appassionati di sport estremi, fan e colleghi che ne ricordano l’incredibile carriera.
Nato a Salisburgo nel 1969, Felix Baumgartner era diventato un simbolo assoluto del coraggio e della sfida ai limiti umani. La sua fama mondiale esplose il 14 ottobre 2012, quando si rese protagonista dell’impresa Red Bull Stratos: un salto in caduta libera da 38.969 metri di altitudine, partendo dalla stratosfera e superando la velocità del suono.
Quel giorno stabilì ben tre record: il salto da maggiore altezza, la massima altezza raggiunta da un pallone aerostatico con equipaggio, e la velocità massima raggiunta da un uomo in caduta libera (1.357,6 km/h). L’evento fu seguito in diretta da milioni di spettatori in tutto il mondo e rappresentò un punto di svolta nella storia dell’aviazione e delle imprese sportive estreme.
Ma Baumgartner non era solo il “primo uomo supersonico senza aerei”. La sua carriera era costellata di salti spettacolari da grattacieli, ponti e montagne: un’esistenza sempre in bilico tra la tecnica perfetta e la sfida al pericolo. Per molti anni collaborò con Red Bull, che ne sostenne molte delle missioni più estreme. Dopo il ritiro dalle imprese mediatiche, continuava comunque a volare per passione, spesso senza annunciarlo pubblicamente, mantenendo un profilo più riservato.
Al momento, le autorità italiane stanno cercando di chiarire con precisione le cause della caduta. L’ipotesi principale resta quella del malore improvviso, ma non si escludono eventuali malfunzionamenti del parapendio o altre dinamiche accidentali. Sarà l’esame autoptico a fornire indicazioni certe sulle condizioni di salute dell’atleta al momento del decollo. La procura di Fermo ha aperto un fascicolo per accertare eventuali responsabilità.