Genova è in lutto per la scomparsa di Don Andrea Gallo, fondatore della Comunità di san Benedetto del Porto, “prete di strada” da sempre al fianco dei più deboli.
Sempre in prima linea, Don Andrea Gallo ha sempre tentato di conciliare la Chiesa con la strada, le lotte per il lavoro, il diritto di cittadinanza e la difesa degli “ultimi”.
Nato a Genova nel 1928, inizia il noviziato con i salesiani nel 1948 per poi trasferirsi a Roma per terminare gli studi. Nel 1953 parte con una missione per il Brasile, ma la dittatura lo costringe a tornare in Italia l’anno successivo. Nominato cappellano della nave scuola Garaventa, noto riformatorio per minori, elimina i metodi repressivi introducendo nuovi metodi basati sulla fiducia e sulla libertà. Tre anni dopo viene però sollevato dall’incarico dai suoi superiori salesiani e decide di lasciare la congregazione per entrare nella diocesi genovese, che lo manda nel carcere di Capraia come cappellano. Dopo due mesi viene nominato viceparroco della Chiesa del Carmine, nel difficile centro storico di Genova, dove rimane fino al 1970, anno in cui viene “trasferito”, per ordine del Cardinale Siri, arcivescovo di Genova, in quanto la sua predicazione irritava parte dei fedeli e preoccupava la Curia, perché, si dice, i suoi contenuti “non sono religiosi ma politici, non cristiani, ma comunisti”.
Don Andrea Gallo non si limita a predicare da un pulpito, ma vuole praticare ciò che dice e invita i fedeli a fare lo stesso: la parrocchia diventa così un punto di aggregazione non solo per i poveri e gli emarginati, ma anche per molti militanti di sinistra, circostanza che causa il suo allontanamento.
“La cosa più importante – diceva – che tutti noi dobbiamo sempre fare nostra è che si continui ad agire perché i poveri contino, abbiano la parola: i poveri, cioè la gente che non conta mai, quella che si può bistrattare. Ecco, per questo dobbiamo continuare a lavorare”.
Nei primi anni 80’ viene accolto dal parroco di san Benedetto, Don Federico Rebora, con il quale avvia l’attività della Comunità di San Benedetto al Porto.
Scrittore, teologo e perfino cantante, Don Andrea Gallo era un sostenitore dei diritti degli omosessuali ed era promotore della liceità delle droghe leggere (nel 2006 fumò uno spinello in Comune a Genova). In questa sua lotta per i diritti dei più deboli coinvolse anche gli amici di sempre, De Andrè, Paoli, Lauzi, Pelù, per realizzare il suo sogno di rendere la chiesa “non separata dagli altri, che non sia sempre pronta a condannare, ma sia solidale, compagna”.
Sarà il Cardinal Bagnasco ad officiare le esequie di Don Andrea Gallo, mentre sul feretro, custodito nella camera ardente allestita nella Chiesa di San Benedetto al porto, è stata posta una copia della Bibbia e una della Costituzione, uno dei suoi sigari, il suo cappello, la sua sciarpa rossa, bandiera dell’Associazione Nazionale Partigiani, una bandiera della pace e una del suo amato Genoa.