Nella mattinata del 12 novembre l’acqua a Venezia aveva già raggiunto i 127 centimetri, superando nella serata i 180 cm. Questo è uno dei dati più alti di sempre, venendo superato solamente dal novembre 1966, quando si raggiunge addirittura i 194 cm. Il picco, alle 22.50, è stato di un metro e 87. Tutto il centro storico è stato allagato.
Per il momento si contano dei danni alla Basilica Cattedrale Patriarcale di San Marco, che insieme al campanile e alla piazza di San Marco forma il principale luogo architettonico di Venezia. Al momento si conta solamente un morto: un anziano di 78 anni morto fulminato nell’isola di Pellestrina.
L’allarme da parte del sindaco
Luigi Brugnaro ha inizialmente effettuato un sopralluogo in tutta Venezia su una barca, mostrando la sua preoccupazione per il livello dell’acqua: “Questo è un disastro, questa volta bisognerà contare i danni”.
Successivamente, sul suo profilo Twitter ha voluto mandare un messaggio al governo: “Domani chiederemo lo stato di calamità cittadina. Chiediamo che ci diano anche una mano, perché qui i costi sono tanti. Abbiamo bisogno che tutti ci diano una mano per affrontare questi che sono evidentemente i problemi degli effetti climatici. Il Mose va terminato presto”. Infine, annuncia che almeno per oggi le scuole sono chiuse sia a Venezia che sulle isole.
Le altre città colpite
Tutta l’Italia è flagellata ancora dal maltempo, da Nord a Sud. Per esempio, nel comune di Matera, una delle città più conosciute al mondo, si contano dei danni nel centro storico e nei Sassi.
Ancora al sud, in Puglia le scuole sono chiuse in alcune province, dove si registrano allagamenti anche nel brindisino e onde alte fino a 5 metri nel Salento. Il sindaco di Napoli, Luigi De Magistriis, per il secondo giorno consecutivo, ha decretato l’allerta meteo per vento forte, mare agitato e temporali fino alle 18 di questo pomeriggio su tutto il territorio.