Per chi è agli arresti domiciliari, la visita dei poliziotti è tutt’altro che improbabile. E anche un pregiudicato di Savona l’ha ricevuta. Peccato però che gli agenti di turno non lo abbiano trovato in casa e per tale ragione, l’uomo è stato denunciato. Si è trattato solo di un disguido, perché il deviante in realtà era nel garage della sua abitazione e non evaso come invece creduto inizialmente.
Andando con ordine, A.L. (vengono solo riportate le iniziali dell’uomo e non il nome completo), 46enne pluripregiudicato di origine sinti e residente a Savona, è stato il protagonista di una vicenda davvero incredibile. L’uomo, dopo essere stato condannato agli arresti domiciliari, dalla Corte di Appello di Genova, stava scontando la pena in un’abitazione di Carmagnola.
Il pregiudicato però aveva la libera uscita, che prendeva il via a partire dalle ore 10.00 del mattino. Così l’uomo, una mattina alle ore 9.53 era sceso in garage a prendere la propria bicicletta. In contemporanea aveva ricevuto la visita degli agenti di turno, proprio pochi minuti prima che prendessi il via l’autorizzazione a lasciare la propria abitazione.
Gli agenti, non trovando l’uomo in casa, lo avevano accusato di evasione e visti i suoi precedenti, rischiava una condanna pari ad un anno e due mesi di reclusione. In realtà il protagonista della vicenda, era solo sceso in garage. Pochi giorni fa però, il tribunale penale monocratico di Asti ha emesso la sentenza e assolto l’uomo dall’accusa di evasione.
Carlo Bodda, legale di A.L., è riuscito a dimostrare che all’arrivo delle forze dell’ordine, il deviante era solo nel garage sito nel palazzo della propria residenza, per prendere la bicicletta. L’avvocato Bodda ha così commentato la vittoria: “Ho richiesto la speciale tenuità del fatto poiché effettivamente era pacifico che si trattasse di pochi minuti e il recluso era stato reperito nell’immediato con una bicicletta. Giustizia è stata fatta“.